Nel 1978, Papa Giovanni Paolo I parlò di un Dio Padre e Madre come indicato nella Bibbia, testo ricco di riferimenti a un Dio dalle caratteristiche materne, in una concezione che trascende la paternità e la maternità umane.
È di questi giorni la notizia che scuote i gruppi religiosi e vede protagonista la giovane Comunità Cattolica tedesca (KjG), che avrebbe proposto ai vescovi di modificare il nome di Dio, per adeguarsi alle idee correnti del mondo contemporaneo che promuovono il riconoscimento di quella che viene definita identità liquida.
L’idea è quella di aggiungere un asterisco o il segno + (che richiamerebbe anche una croce) alla fine del nome di Dio. “Vogliamo cambiare qualcosa” ha riferito la portavoce della Comunità Cattolica, Rebekka Biesenbach; il dibattito è rimandato alla primavera durante la prossima conferenza nazionale.
I cattolici tedeschi, in una sorta di progressismo teologico, paiono orientati a modificare la tradizione, dopo la celebrazione della Giornata delle Predicatrici, la richiesta della fine del celibato sacerdotale, le feste delle drag-queen all’interno delle Basiliche cattoliche, la “casa dell’Uno” in cui Dio è considerato unico in tutte le religioni.
Negli ultimi anni anche in Italia la discussione sulla possibilità di utilizzare il simbolo schwa al posto della desinenza maschile per riferire di un gruppo misto di persone è animato dalla volontà di contenere la prevalenza del genere maschile nel linguaggio comune.