Da tre mesi gli alberi della Riserva Naturale del cratere degli Astroni hanno “le orecchie”, racconta il direttore Fabrizio Canonico. Detta così sembra il paesaggio di un fumetto, di un cartone animato, di un artista visionario, ma invece è il modo simpatico ( ispirato alle immagini artistiche di Bosch) di presentare il progetto nato dalla collaborazione del WWF (che gestisce la riserva ) e Huawei. Si chiama“Guardiani della Natura” e permette di avere ventiquattr’ore su ventiquattro la registrazioni tutti i suoni della Riserva. Con dirette ricadute sul controllo, sulla conoscenza, e protezione dei 250 ettari del territorio degli Astroni.
In pratica sono stati inseriti sugli alberi dei dispositivi tecnologici che, come delle fini ‘orecchie’ di sentinelle, registrano tutti i suoni e rumori. Dati che permettono di conoscere e proteggere, di registrare tutte le presenze di animali, di raccogliere dettagli sulle specie, di sentire tagli degli alberi e di ‘trovare’ bracconieri. L’operazione, che mette a disposizione della natura la tecnologia, si inserisce nell’ambito di TECH4ALL, il programma globale di Huawei e ha l’obiettivo di “promuovere la conservazione della natura e l’inclusione digitale”, realizzata insieme con l’organizzazione no-profit californiana Rainforest Connection (RFCx) che offre la piattaforma su cui si raccolgono i dati.
COME FUNZIONANO I GUARDIANS
Il racconto del funzionamento di questo meccanismo è affascinante, come l’idea di dare valore e dialogare con il mondo vegetale. Sotto uno degli alberi della Riserva, proprio accanto al famoso albero cinquecentenario chiamato Gennarino , è stato installato uno dei quattro dispositivi presenti in tutta l’area.
“Sembra un ombrellino attaccato a un albero, ha delle alette a stella- racconta Fabio Romano, Director of Industrial Ecosystem Development di Huawei indicando l’apparecchio in alto– sono pannelli solari che almentano una scatoletta stagna che contiene un cellulare e una schedina di trasformazione, perchè la corrente acquisita con il pannello solare deve essere trasferita al cellulare. Utilizziamo un vecchio cellulare che potrebbe essere altrimenti scartato o mandato al macero ma lo riutilizziamo in modo da rendere sostenibile anche parte della tecnologia. Registra tutti i suoni h 24 e li manda nel ripository dove verranno analizzati. E’ un registrazione di dati audio inviati, senza fare scavi, con un minimo di rete, anche 2g“.
L’intallazione è realizzata fisicamente da un esperto in scalata e nel pieno rispetto della natura, e apre a tante riflessioni sull’uso benefico della tecnologia. Come accade anche per l’utilizzo di Edge, scatoline che si limitano a registrare dati senza inviarli, monitorando da un’altezza più bassa la situazione. I guardiani ‘artificiali, le ‘orecchie’, mandano i segnali a un sito e vengono decodificati ed elaborati e nel caso di sospetta azione pericolosa o dannosa, attraverso un’app, allertano le guardie WWF. I risultati non si sono fatti attendere aiutando a combattere il fenomeno illegale più comune della Riserva campana, quello del bracconaggio: nel territorio campano vengono cacciati per lo più uccelli da rivendere nei mercati del nord, visto che la cacciagione non è apprezzata sulle tavole del sud.
LA TECNOLOGIA AIUTA LA LOTTA CONTRO I BRACCONIERI
Come ci racconta il direttore della Riserva Fabrizio Canonico, prima di questo progetto i guardiani umani dovevano controllare a piedi 6 km di perimetro dei 250 ettari, ora vengono allertati dall’intelligenza artificiale che decodifica il suono pericoloso e avverte le varie forze, permettendo di agire in maniera mirata e in fretta. In questo caso si è già avuto un piccolo successo: ” Il sensore – racconta Canonico -ha individuato un impianto acustico realizzato per catturare gli uccelli: viene messa una cassa, un amplificatore che richiama il verso, in particolare da noi, della quaglia. Gli animali pensando ci siano già individui simili a loro, si vanno a posare nei dintorni del segnale acustico. Poi il caccitore va la mattina e li spara. Il dispositivo era posizionato fuori dall’oasi con le casse sul muro perimetrale. L’ attivavano di notte quando per noi non era possibile controllare e lo spengnevano alle cinque e mezza di mattina, quindi non potevamo rendercene conto. Con questo sistema abbiamo capito la zona, abbiamo fatto un sopralluogo abbiamo individuato il sito dove abbiamo posto anche un Edge per monitorare. Le informazioni sono state inviate alla polizia provinciale oltre che alle guardie del wwf poi abbiamo compiuto il blitz e rimosso tutto”.
I bracconieri non sono stati presi anche se, dallo studio dei suoni, si poteva capire quando andavano e da uno studio statistico si è provati a coglierli in flagrante, ma la percentuale di riuscirsi era del 40% poichè non avevano un comportamento costante.
COSA NE FACCIAMO DI TUTTI QUESTI DATI?
In tre mesi di attività i dati raccolti sono 300mila, emersi dal monitoraggio dei tre luoghi pilota del progetto le riserve naturali di Burano e Orbetello, e che vengono raccolti sia dai dispositivi “Edge Audiomoth”, che dai dati dei Guardians. L’utilità è anche scientifica: serviranno per uno studio sulla biodiversità di questi luoghi. In collaborazione con gli esperti del Centro Interdisciplinare di Bioacustica del Dipartimento di Scienze della Terra e dell’Ambiente dell’Università di Pavia sarà possibile utilizzarli per conoscere le specie presenti in questi habitat, il condizionamento del cambiamento climatico nel comportamento delle specie, per valutare l’impatto del rumore sul comportamento e la vita animale. Insomma avere per la prima volta in maniera sistematica dati derivati dai suoni, creando degli indici sonori . “Il paesaggio sonoro – ha spiegato Gianni Pavan, Professore di Bioacustica presso l’Università di Pavia – è la diretta espressione della vitalità, ricchezza e biodiversità di molti ambienti naturali; esso rappresenta una componente essenziale di molti ecosistemi nei quali gli animali hanno evoluto complessi sistemi di comunicazione, di ecolocalizzazione e di percezione dell’ambiente grazie al suono”
Ma questo è solo l’inizio. Intanto in Italia questo sistema di monitoraggio è partito anche in altre 2 riserve naturali, quelle toscane di Burano e Orbetello e si affiancano ai monitoraggi attivati in ben 18 Paesi in tutto il mondo, tra cui Grecia, Irlanda, Regno Unito, Austria, Cile, Costa Rica, Malesia e Filippine. Un attività di cui sono tutti orgogliosi. La presentazione si è rivelata un momento conviviale e profondo di scambio. Presenti, in maniera virtuale e reale, dal capo della Segreteria Tecnica del Ministro per la Transizione Ecologica, Renzo Tomellini, al Vice Presidente della Regione Campania Fulvio Bonavitacola, al Presidente della Regione Toscana Eugenio Giani, a Wilson Wang, CEO di Huawei Italia, Benedetta Flammini, Direttrice Marketing e Communication di WWF Italia, Marco Galaverni, Direttore Programma e Oasi di WWF Italia, a Bourhan Yassin, Chief Operating Officer di Rainforest Connection.