Con il Contratto istituzionale di sviluppo “Vesuvio-Pompei-Napoli” – al quale la ministra per il Sud e la Coesione territoriale Mara Carfagna ha dato avvio il 15 dicembre scorso – e con l’applicazione delle norme di accelerazione e semplificazione previste dal Pnrr, ancora una volta in Campania si decide di affrontare l’urbanistica, la valorizzazione e la trasformazione dei nostri fragilissimi territori, in particolare quelli vesuviani, non attraverso l’attività istituzionale e la regia dei diversi enti pubblici di governo locale, non attraverso le normali leggi, procedure e regole e, soprattutto, non attraverso la pianificazione ordinaria ai diversi livelli, ma attraverso enti, soggetti, risorse, tempi, azioni, accordi e progetti “speciali”.
Progetti che però, ancora una volta, sostituiranno, come da tradizione in Campania, la pianificazione che dovrebbe occuparsi proprio di contrastare gli interessi speculativi particolari, di sostenere i diritti collettivi, di attivare la valorizzazione sociale dei beni comuni, del paesaggio, dell’ambiente, dei beni culturali, di definire in modo democraticamente condiviso gli equilibri, le strategie complessive di sviluppo sostenibile e di riduzione del consumo di suolo, di promuovere l’uso razionale del territorio, la salvaguardia dai rischi.