Un passo in avanti nella valorizzazione del territorio e della storia di Quarto. La Villa del Torchio, la dimora romana di Quarto in cui è stato trovato un ‘torcularium’ viene inserita nel Parco Archeologico dei Campi Flegrei. L’atto siglato dal ministro della cultura Franceschini dopo la richiesta del Comune di Quarto va nella direzione di creare connessioni e collaborazioni tra questo sito archeologico poco noto e l’area archeologica del territorio flegreo, tra il comune di Quarto e la struttura archeologica.
“ Il modello al quale stiamo lavorando con il Parco Archeologico – racconta il sindaco Antonio Sabinio – è quello dell’Accordo di Partenariato come previsto dal Codice degli appalti. Un nuovo modello di gestione e valorizzazione innovativa, già sperimentato per Piscina Mirabilis e Macellum, che rientra anche nella più ampia prospettiva di marketing territoriale per Procida2022”.
Si aggiungono nuove sfide per il Parco Archeologico dei Campi Flegrei, che si occupa e preoccupa già di grandi dimensionei archeologiche “Il Parco archeologico dei Campi Flegrei – racconta Fabio Pagano direttore del Parco –allarga i suoi confini e abbraccia ora anche l’importante territorio di Quarto, configurandosi ancora di più come animatore di ampie strategie territoriali. Ereditiamo l’importante lavoro svolto dalla Soprintendenza e dal Comune di Quarto e siamo già al lavoro per sviluppare un piano di valorizzazione che possa dare il giusto risalto alla Villa del Torchio come luogo della memoria antica, perno per il futuro sviluppo del territorio e generatore di opportunità culturali e sociali.”
VILLA DEL TORCHIO
Scoperta nel 2004 in occasione della costruzione di un centro commerciale la villa, poco nota, racconta il valore agricolo del territorio. La villa di ‘negotium’ infatti conserva la presenza di un ‘torcularium’ per la produzione del vino confermando la vocazione già in antico della terra vulcanica di questa zona alla sua produzione. Sita nella zona a confine con Puteoli, città-porto del mondo romano, conserva tracce di una periodizzazione che va dal secondo ( a cui risalgono delle mura) al sesto dopo. Infatti in questa stessa zona sono state trovate delle tombe di quest’ultimo periodo in cui non era più utilizzata per la produzione di vino e olio.