Altro che trasloco, andata e ritorno. Mai e poi mai, disse Mattarella, quando gli prospettarono il bis. Come è andata a finire ? Col bis. Dopo una settimana di comicità generale che ha prodotto una tragedia all’italiana, con candidature bocciate e bruciate una dietro l’altra. La politica ha fallito in pieno: non trovare altro che andare in ginocchio dal presidente uscente è tosta da digerire. I partiti ? Dove sono ? Dilaniati da guerre intestine tutti gli schieramenti, al punto da far pensare ora, seriamente, che il governo Draghi andrà in sofferenza e si procederà in anticipo alle elezioni rispetto alla scadenza 2023. Il parlamento ? Una banda di impauriti senatori e deputati, con la sola preoccupazione comune, che fa da colla: rimanere il più possibile inchiodati alla sedia e maturare la pensione, singolarmente incontrollabili tutti fino a quando non arriva il sospiro di sollievo della soluzione che non accontenta tutti ma che almeno mette al sicuro tutti. Onore a tutti quelli, infine, che non si sono uniti al coro mattarelliano. Per noi Sergio Mattarella resta un galantuomo ma doveva avere la forza di dire no, di non assumersi responsabilità che spettavano alla politica, ai partiti e al parlamento.
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