Il messaggio di papa Francesco
Il tema della XXX Giornata mondiale del Malato è “Siate misericordiosi come il Padre vostro è misericordioso”. Al centro del messaggio del Papa il tema della vicinanza, della dimensione personale e insieme comunitaria del farsi carico della malattia, espressa sin dal titolo: «Siate misericordiosi, come il Padre vostro è misericordioso (Lc 6,36). Porsi accanto a chi soffre in un cammino di carità». Immediato il rimando al tempo che viviamo, alla solitudine che la malattia di per sé produce e oggi accentuata dalle caratteristiche di questa pandemia. Il filosofo Levinas, cita in proposito il Papa nel messaggio pubblicato lo scorso 4 gennaio, diceva che «il dolore isola assolutamente ed è da questo isolamento assoluto che nasce l’appello all’altro, l’invocazione all’altro».
La nota del presidente della Cei
Per la Chiesa che è in Italia, la settimana che porterà alla celebrazione della Giornata del malato si è aperta con la 44ª Giornata Nazionale per la Vita che ha avuto per tema “Custodire ogni vita”. Non si tratta di una coincidenza, ma è questa la prospettiva che arricchisce di senso e significato “la risposta alla logica dello scarto”, perché “ogni vita va custodita, sempre!”, come sempre ci ricorda papa Francesco.
Anche il presidente della Conferenza episcopale italiano, il cardinale Gualtiero Bassetti in una nota ha riproposto e messo al centro il diritto alla cura per tutte le persone, anche le fasce più deboli e povere. «Vogliamo richiamare l’attenzione su quanti stanno percorrendo l’ultimo tratto della loro esistenza, trovandosi nello stadio terminale di una grave patologia. Siamo grati ai Centri di cure palliative presenti sul territorio che svolgono un prezioso servizio nel prendersi cura dei malati più gravi fino al termine naturale della loro esistenza».
Inoltre la Segreteria Generale della Cei, attraverso l’Ufficio Nazionale per la pastorale della salute, ha promosso diverse iniziative per questa ricorrenza: qui si trovano tutte raggruppate e si possono consultare.
La Chiesa italiana ha espresso «gratitudine» insieme a «rispetto» e «stima» a «medici, infermieri e professionisti sanitari», oltre ai «medici di medicina generale e ai pediatri, agli operatori dell’assistenza domiciliare, ai farmacisti», ai dirigenti sanitari ma anche ai «cappellani» e agli «assistenti spirituali» attraverso la «Lettera ai Curanti», diffusa alla vigilia dell’11 febbraio, a firma dell’Ufficio nazionale per la Pastorale della Salute diretto da don Massimo Angelelli.
Il vaticanista emerito di Avvenire, Salvatore Mazza ha raccontato l’origine della Giornata mondiale del malato, nata nel cuore di Giovanni Paolo II. Dal Parkinson del Pontefice polacco al suo stretto legame con gli infermi, che tante volte finiva per far saltare la sua agenda di appuntamenti: «ai malati riservava da sempre un momento particolare in tutti i suoi viaggi: quando era con loro non guardava l’orologio, si prendeva tutto il tempo necessario per salutarli uno a uno, per parlare con loro».