E’ una ferita sempre aperta,sempre sanguinante quella di Faiano Quella sera del 12 febbraio del 1992 la camorra uccise barbaramente Fortunato Arena e Claudio Pezzuto. Mai è stato dimenticato quell’eccidio che sconvolse non solo la provincia di Salerno ma tutta l’Italia.
Anche quest’anno i due militari uccisi sono stati ricordati a Pontecagnano Faiano. Presenti alla manifestazione erano, questa mattina, il Dottor Francesco Russo, Prefetto di Salerno; il Generale Maurizio Stefanizzi, Comandante della Legione Carabinieri Campania; il Colonnello Gianluca Trombetti, Comandante Provinciale dei Carabinieri di Salerno; il Tenente Graziano Maddalena, Comandante della Compagnia dei Carabinieri di Battipaglia; il Maresciallo Fabio Laurentini, Comandante della Stazione dei Carabinieri di Pontecagnano Faiano.
Una storia che ancora oggi è tra le più sanguinose della nostra provincia. All’epoca dei fatti – siamo nel febbraio del 1992 – i due killer della camorra erano in fuga, braccati dalle forze dell’ordine e dai nemici. Il 12 febbraio partirono da Capaccio Scalo dopo aver rapinato una Ritmo ad un carabiniere, portandogli via anche la pistola d’ordinanza. Percorsi pochi minuti si impossessarono prima di Fiat Uno bianca poi di un Nissan Patrol, costringendo il proprietario a restare a bordo. In serata giunsero nella piazza di Faiano. Qui i due furono intercettati dai due carabinieri: i militari controllarono i documenti del proprietario dell’auto; ma prima che potessero vedere quelli degli altri due occupanti furono investiti da una pioggia di piombo. Arena e Pezzuto avevano 23 e 29 anni. Nella fuga i banditi non fanno nemmeno in tempo a ritirare il documento d’ identità già consegnato.
La feroce esecuzione scatenò una vera e propria caccia all’uomo. La fuga dei due terminò all’alba del 14 luglio del ’92. I killer furono bloccati dai carabinieri in un piccolo appartamento di Calvanico, nella Valle dell’Irno. Si arresero solo dopo l’arrivo del pm Alfredo Greco.