Il Comune costretto ad affidare d’urgenza un’ indagine geotecnica. C’è timore di perdere i fondi strutturali relativi alla costruzione del “Laboratorio agroalimentare per lo studio e la promozione delle eccellenze del territorio” in via Ingegno.
L’opera in questione, finanziata da un decreto regionale del luglio 2018 del programma operativo Por Fesr 2014-2020, non è stata ancora progettata. O meglio, ad oggi, mancherebbero ancora gli elaborati definitivi ed esecutivi per costruirla. Nel caso di specie, la procedura di aggiudicazione del servizio di progettazione è stata affidata nel 2020 a favore della Ia2 Studio di Arzano in raggruppamento con la Relab Studio di Napoli. Tuttavia, dopo due anni, ci sarebbero ancora altri step da completare e risultati poi propedeutici alla progettazione. Uno di questo riguarda le indagini geotecniche, strutturali e materiche del sito su cui costruire il Laboratorio agroalimentare. A tal proposito, il Comune di Sarno, ha affidato il servizio alla Geva Consulting di Napoli in “via d’urgenza” poiché secondo l’Ente municipale “Occorre portare a termine, nel più breve tempo possibile, l’espletamento delle attività di che trattasi, in quanto propedeutiche alla conclusione della progettazione definitiva ed esecutiva ed al fine di rispettare i tempi stabiliti dal finanziamento concesso”. Pertanto si allungano, ancora una volta, i tempi per realizzare l’opera sul terreno che fu di proprietà dell’ex boss Pasquale Galasso e che è stato oggetto di un finanziamento di 1 milione e mezzo di euro. Allo stato, secondo i ben informati, il Comune rischierebbe di perdere i fondi europei se non verrà completato in tempo il cronoprogramma di attuazione del progetto. Il tempo stringe e l’area interessata rimane soltanto un bosco abbandonato a se stesso invece che diventare un laboratorio didattico per lo studio e la promozione delle eccellenze del territorio. Tra uno “stop” ed un altro- il più clamoroso nel 2019 quando il bando per la progettazione fu ritirato e poi ripubblicato su richiesta dell’Ordine degli Ingegneri di Salerno- bisogna sbrigarsi per non perdere questa preziosa occasione e riqualificare la masseria di via Ingegno che appartenne al Capo clan della camorra vesuviana arrestato nel 1992 e confiscata dallo Stato.