Anche al piano nobile del ministero della Salute si rendono conto che forse è necessario cambiare. Per il momento però, spiegano, per i medici (e gli infermieri e le altre professioni sanitarie) la legge prevede l’obbligo vaccinale: chi non si vaccina viene sospeso (a zero stipendio) e se contrae il virus e poi guarisce resta sospeso. Anche se ha gli anticorpi, la memoria cellulare e quello che chiamiamo immunità naturale.
Anche se per almeno tre mesi dall ’infezione non può vaccinarsi perché è sconsigliato. “LA GUARIGIONE non è, in base alla normativa vigente, circostanza idonea a legittimare la revoca della sospensione”, ha scritto il ministero della Salute il 17 febbraio nel parere richiesto dalla Federazione degli Ordini dei medici (Fnomceo), che il 27 gennaio aveva invitato gli Ordini provinciali a “valorizzare l’immunizzazione a seguito del contagio” ma poi si è adeguata. Sono circa 3.200 i medici sospesi, lo 0,7%. Lo stesso dovrebbe valere per gli infermieri (meno di 2.000 sospesi, lo 0,4%) e per le altre professioni sanitarie: a breve il confronto con il tecnici della Salute. La nota carenza di medici e infermieri sembra contare meno dell ’intento premiale/punitivo nei confronti di chi si è vaccinato e di chi non l’ha fatto. A seconda degli studi l’immunità naturale dura fino a 9 o 15 mesi.
In Italia prevale invece la logica del green pass rafforzato: rendere la vita impossibile a chi non si vaccina per aumentare le somministrazioni e limitare, così, la pressione sui servizi sanitari, più fragili rispetto ad altri Paesi che non hanno sistemi simili. Però ogni ministero va per conto suo: la Difesa riammette i militari inadempienti all’obbligo vaccinale (10 mila circa i sospesi) ma guariti. Anche al ministero dell’Istruzione, che ha sospeso
qualche migliaio di lavoratori non vaccinati, sembrano sulla linea morbida a giudicare da una circolare che riammette chi ha il g re e n pass rafforzato, quindi anche i guariti (per 6 mesi). È la regola che
vale per gli over 50, ora obbligati, nei settori dove ai più giovani basta il tampone: rischiano la multa di
100 euro, ma possono lavorare.