Quaranta milioni di euro erogati a strutture sanitarie private e centri di riabilitazione per prestazioni mai rese, durante l’emergenza Covid. E’ una delle indagini più corpose della Corte dei conti della Campania. Diverse istruttorie che ruotano intorno alla sanità, ai rapporti con la Regione Campania e ai soldi spesi e ricevuti anche per prestazioni che non sono mai avvenute, nei terribili mesi dell’emergenza Covid.
«Istruttorie di rilievo -scrive il procuratore generale della Corte dei Conti nella sua relazione di apertura dell’anno giudiziario – per le quali si confida possa giungersi a conclusione nel prossimo anno (in particolare: ingente danno pari a circa 40 milioni di euro per erogazioni a strutture sanitarie private, centri di riabilitazione)». Nello specifico i riflettori della giustizia contabile sono accesi «sull’indebita percezione di provvidenze pubbliche da parte delle cliniche private della Regione Campania per effetto di accordo, ritenuto illegittimo, intercorso in data 28 marzo 2020 tra la Regione e l’AIOP (Associazione italiana ospedalità privata). Sulla base del contenuto dell’accordo e del sistema di remunerazione dallo stesso contemplato, le cliniche private campane aderenti all’accordo hanno emesso, come acclarato dalla Guardia di Finanza a seguito delle indagini delegate e coordinate da questa Procura contabile, fatture per i mesi di marzo-maggio 2020 per un importo complessivo pari ad euro 41.463.561,15, per prestazioni di cura mai rese». «I pagamenti – si legge ancora – disposti in base a tali fatture e non recuperati ammontano a circa 3 milioni e mezzo di euro, e ciò grazie all’effetto conformativo realizzatosi in seguito al tempestivo intervento dei militari, i quali, su delega della Procura contabile, hanno prontamente scongiurato la prosecuzione del pregiudizio instaurato con i pagamenti di prestazioni mai rese nonché stimolato processi di auto correzione mediante lo strumento del recupero compensativo su crediti, questa volta, “reali”, successivamente maturati dai soggetti privati accreditati protagonisti di tale vicenda. L’importo non recuperato è stato oggetto di 4 inviti a dedurre, con procedimenti in via di definizione. In sostanza, l’attività della Procura contabile ha scongiurato un danno da pagamento di prestazioni sanitarie mai rese né rendicontate pari a circa 40 milioni di euro e si sta attualmente procedendo per il recupero del pregiudizio che residua all’esito dell’effetto conformativo, pari ad oltre 3 milioni di euro».