Il testo del graffito è chiaro anche per chi non conosce il latino …
“Apollinaris medicus Titi imp(eratoris) hic cacavit bene”
Sì. Proprio qui in questa casa Apolinaris che era addirittura il medico dell’imperatore Tito non solo venne in visita ma si ‘liberò’ le viscere in maniera soddisfacente…
Parole eternamente graffite sulle mura della latrina della casa della Gemma che certamente strappano un sorriso e aggiungono colore all’antica Ercolano, congelata dalla forza del Vesuvio nel 79 d. C. Proprio nello stesso anno dell’eruzione, il 79 d. C, Tito divenne imperatore e quindi Apollinaris venne in questa casa. Un indizio sospeso nel tempo che lascia aperte tante questioni. Avrà scritto il medico stesso questa frase, lasciando ‘onorevole’ traccia di sè? oppure qualcuno passato dopo ha potuto confermare l’abbondanza e la bontà di questo suo atto diciamo così ‘liberatorio’? Un’iscrizione seria o ironica? In ogni caso se una personalità di questo lignaggio frequentava le latrine, si può solo immaginare chi frequentava il resto della casa…
Ma lasciamo la pur divertente indagine nel passato e il mondo delle ipotesi prendere forma nell’immaginazione ironica del tempo per dare invece la vera notizia: anche se dietro la porticina della latrina, questa scritta, che ha reso nota questa casa, torna ad essere visibile al pubblico di visitatori. Dopo anni di chiusura ( dal ’90) riapre in via sperimentale la casa della Gemma, tutti i giorni dalle 9,30 alle 13, per gruppetti di 20 persone.
PICCOLA STORIA DELLA DOMUS
Originariamente, nel periodo augusteo, la casa della Gemma era parte di una casa su tre piani di 1800 mq, parte della vicina casa del Rilievo di Telefo ( si chiama così per il rilievo ritrovato) e forse era la dimora di Marco Nonio Balbo, evergeta famoso a Ercolano a cui, come mostrano iscrizioni e statue, la città doveva molto. A quel tempo era collegata anche alle terme suburbane. Nel momento in cui venne scavata, invece, era già stata divisa in tre strutture diverse ( casa del Rilievo di Telefo, Casa di Grananius) ma manteneva parte del suo splendore e del suo valore sociale come dimostrano le frequentazioni attestate (dal graffito). Venne chiamata casa della gemma perchè trovato un anello con una gemma con un ritratto femminile dell’età di Claudio ma forse in realtà era stata ritrovata nella sottostante Casa di Granianus…
RESTAURARE, CONOSCERE, RIAPRIRE…
La riapertura, anche se sperimentale, della domus, come spiega il direttore Francesco Siano, è legata a diverse operazioni di restauro. Nella casa della Gemma, chiusa minimo dagli anni ’90, i lavori hanno interessato l’atrio in cui è stato rifatto anche l’impluvium, tral’altro oggetto di uno scavo stratigrafico rivelatore di una serie di dati interesssanti delle fasi della casa.. Sono emerse le sinopie di mosaici, guide per la ricostruzione contemporanea.
Di grande impatto poi il restauro, riutilizzando le antiche ed efficaci tecniche romane, del grande mosaico del triclinio della casa: le tessere bianco e nere a figure geometriche, naturalistiche, ricche di dettagli hanno vissuto il logorio del tempo. In effetti già la situazione del pavimento, ondulato per il cedimento a causa dei terremoti, ha creato degli avallamenti di acqua creatori di danni. Infatti, in questi punti, le tessere in materiale vulcanico, in nero, in parte si sono deterioriate completamente. Sono rimaste intatte perchè più resistenti le tessere in palombino, bianche, con il carbonato di calcio. I segni del tempo restano volutamente su questo tappeto musivo che è stato restaurato con tecniche e materiale dell’epoca e con una cura di ogni particolare.
IL RACCONTO DI FRANCESCO SIRANO
Il direttore del Parco Archeologico di Ercolano Francesco Sirano racconta questo complesso lavoro di squadra durante la conferenza stampa. Riproponiamo qui il video con i dettagli della casa e un piccolo giro insieme a lui negli ambienti.
ERCOLANO E LA SINERGIA PUBBLICO-PRIVATA
Questi lavori sono solo l’inizio. I progetti che riguarderanno Ercolano nei prossimi anni sono tanti. Già l’azione di restauro ha riguardato anche i mosaici delle casa del Rilievo di Telefo, di Granius e dei Cervi e mentre nell’atrio è stato realizzato un piccolo saggio relativo all’impluvium dell’atrio della casa della Gemma. Tutto realizzato anche in nome di collaborazioni importanti come quella con partnership pubblico-privata e il team dell’ Herculaneum Conservation Project.
“Il lungo percorso che rappresenta oggi l’apertura della Casa della Gemma – spiega Jane Thompson del PHI – costituisce un bell’omaggio all’approccio “a scala di sito” in atto da oltre 15 anni grazie al partenariato con PHI che, invece di sostenere progetti esaustivi su alcune domus, ha migliorato e continua a migliorare le condizioni generali dell’intero sito. Lavorando in questo modo – conclude Jane Thompson – e grazie alle campagne di restauro come questa sui mosaici, si arriva ad esiti così importanti, come la riapertura al pubblico di ambienti da tempo preclusi.”