Prossimamente, con le nostre dirette, vi mostreremo dal vivo l’invenzione di Pino Lamberti, disegnatore meccanico dalla mente ampia, un prof vero e proprio, di come è riuscita ad “aggiornare” Antikythera.
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Per lui esiste una sola Nocera e quindi accompagnerà il viaggio futuro di Nocera Unita. E nell’ambito di questo viaggio, magari nel nome di Fresa, l’archeologo-astronomo, c’è un sogno di trasformare in realtà: riuscire a portare finalmente al Castello Fiango, dopo i tentativi andati a vuoto un trentennio fa, un centro sismografico ma anche una ramificazione universitaria.
La Storia
La macchina di Antikythera, è un congegno meccanico originariamente datato tra il 150 e il 100 a.C., mentre uno studio pubblicato nel 2022 ritiene che la calibrazione iniziale sia del 23 dicembre 178 a.C. È ritenuto il più antico calcolatore meccanico conosciuto. Si trattava originariamente di un sofisticato planetario, mosso da ruote dentate, che serviva per calcolare il sorgere del sole, le fasi lunari, i movimenti dei cinque pianeti allora conosciuti, gli equinozi, i mesi, i giorni della settimana e – secondo uno studio pubblicato su Nature – le date dei giochi olimpici. Fu rinvenuta nel relitto di Anticitera, tra i resti di un naufragio avvenuto nel secondo quarto del I secolo a.C. nei pressi dell’isola greca di Cerigotto (Antikythira in lingua locale). È conservata presso il Museo archeologico nazionale di Atene.
Frammento principale del meccanismo
Il meccanismo fu ritrovato nel 1900 grazie alla segnalazione di un gruppo di pescatori di spugne che, persa la rotta a causa di una tempesta, erano stati costretti a rifugiarsi sull’isoletta rocciosa di Cerigotto. Al largo dell’isola, alla profondità di circa 43 metri, scoprirono il relitto di una nave mercantile romana, naufragata nel secondo quarto del I secolo a.C. e adibita al trasporto di oggetti di prestigio, tra cui statue in bronzo e marmo.
Schema meccanismo
Il 17 maggio 1902 l’archeologo Valerios Stais, esaminando i reperti recuperati dal relitto, notò che un blocco di pietra presentava un ingranaggio inglobato all’interno. Con un più approfondito esame si scoprì che quella che era sembrata inizialmente una pietra era in realtà un meccanismo fortemente incrostato e corroso, di cui erano sopravvissute tre parti principali e decine di frammenti minori. Si trattava di un’intera serie di ruote dentate, ricoperte di iscrizioni, facenti parte di un elaborato meccanismo a orologeria. La macchina originaria era delle dimensioni di circa 30 cm per 15 cm, dello spessore di un libro, costruita in rame e originariamente montata in una cornice in legno. Era ricoperta da oltre 2.000 caratteri di scrittura, dei quali circa il 95% è stato decifrato (il testo completo dell’iscrizione non è ancora stato pubblicato).
Utilizzo e funzionamento
Il meccanismo risultò essere un antichissimo calcolatore per il calendario solare e lunare, le cui ruote dentate potevano riprodurre un rapporto vicino a quello necessario per ricostruire il moto della Luna in rapporto al Sole (la Luna compie 254 rivoluzioni siderali ogni 19 anni solari).