Metterci la faccia? Si metterci la faccia non vuol dire semplicemente candidarsi. Metterci la faccia vuol dire vivere i problemi della città quotidianamente. Pertanto, mi chiedo chi, tra i candidati a sindaco attualmente in campo per governare Nocera, realmente viva la città. Ovviamente, per vivere Nocera non intendo semplicemente passeggiare per le strade. Vivere la città equivale a conoscerne i problemi, le esigenze e le criticità di ogni quartiere.
Metterci la faccia significa anche dire non mi candido perché non ci sto a questi giochi di potere della politica di paese, perché in un partito non si può imporre una candidatura rispetto ad un’altra, in un partito, ma soprattutto in un partito vero fatto di uomini e di donne non si può ad un mese dal voto “trattare” con consiglieri uscenti civici e candidarli come esponenti di partito, non si può chiedere aiuto a chi “trombato” da altri partiti oggi vuole rientrare con la casacca del partito socialista.
E’ questo quello che sta facendo il PSI Nocera Inferiore per comporre una lista e garantire forse a qualche uscente di essere il primo eletto. Dopo un congresso che mancava da anni, dopo aver eletto un segretario che dopo due giorni è entrato in giunta, non si riesce a comporre una lista? Si deve chiedere aiuto a consiglieri uscenti civici non tesserati? Con un partito inesistente, sì inesistente perché se non riesci a comporre da solo una lista dovresti interrogarti seriamente. De Nicola , Citarella e Rosati hanno fatto benissimo allora 5 anni fa ad utilizzare il Psi perché oggi come ieri nulla è cambiato. Metterci la faccia significa anche questo dire no a questi giochi di potere, questi giochi della politica anche se locale. Metterci la faccia è quello che sta facendo Gennaro Della Mura consigliere uscente che conosce i problemi di un’intera città, e in particolare delle periferie, perchè lui viene dalle periferie. Ci mette la faccia ma si è perso oggi a non chiarire quale sia il suo candidato a sindaco a dire semplicemente: “Vamos per Nocera” non serve a nulla è una parola gettata lì se di concreto non c’è qualcosa di serio.