” Lo faccio perché è la mia vita, la mia passione” , così parla Antonio Battipaglia, referente del presidio cittadino Libera di Nocera Inferiore, dopo l’incontro avvenuto ieri, 26 maggio 2022, coi candidati a sindaco della città (mancavano all’appello Antonio Romano e Paolo Maiorino), per firmare una mozione di intenti contro ogni illegalità dal titolo “Cento passi in cento giorni”. La proposta pone in rilievo soprattutto una richiesta d’impegno, non solo da parte del futuro sindaco, ma da parte di ogni singolo cittadino.
(Solo) Antonio – così ha chiesto di essere chiamato- ha risposto col sorriso ad alcune delle nostre domande:
Allora Antonio, cosa significa realmente che un amministratore dovrebbe impegnarsi per la Legalità, qual è la cosa più importante da fare?
“Assolutamente, la prima cosa, soprattutto in questo periodo, è la lotta alle camorre, che significa massima trasparenza amministrativa – ribadisce uno dei punti fondamentali del piano firmato dai candidati poc’anzi-, rendere pubblico tutto quello che si fa, come un palazzo di vetro, di cristallo. Questa, è la prima cosa. E poi impegnarsi su due punti fondamentali, il patto formativo per le nuove generazioni e le politiche sociali.”
Antonio è tanto cordiale, quanto valente e ben presto ci soffermiamo su considerazioni più “ampie”. Uscendo dal territorio nocerino, e ponendoci su un piano internazionale, qual è secondo lei, oltre alla corruzione, la responsabilità maggiore che detiene uno Stato, al riguardo?
“Noi sappiamo che le mafie a livello mondiale, sono accresciute dal potere finanziario, che investe anche il potere economico. Quindi, su tutti i fronti, non soltanto a livello italiano, i paradisi fiscali sono la prima cosa che dobbiamo combattere, perché è lì che naturalmente la mafie si nascondono e in cui nascono i loro precisi interessi. E questo lo possiamo fare solo a livello globale, con l’Europa, con il fondo monetario internazionale e con la finanza globale. La prima cosa da abbattere sono i paradisi fiscali.”
Lei pensa che un uomo possa essere spinto a fare determinate scelte di vita a causa di un bisogno economico?
“No. Ci sono prima di tutto i valori, quelli che abbiamo posto al centro del patto formativo. Perché senza valori, senza la relazione umana, senza il rispetto della dignità della persona, non si arriva da nessuna parte. E quindi dobbiamo ritornare alle scuole, alle associazioni, a quella vita di relazioni e di valori che fa dell’uomo un uomo libero”.
Tornando al nostro territorio, non mancano fiducia nelle future amministrazioni e gratitudine rispetto alle precedenti. Sono stati fatti indubbiamente dei passi avanti al riguardo, grazie anche all’amministrazione uscente. Pensa che si sarebbe potuto fare qualcosa di più?
E’ sempre facile parlare dopo, col senno di poi – sorride ancora qui-. Noi abbiamo proposto appunto un metodo innovativo, che secondo me è primario: la co – progettazione, la co – programmazione e la collaborazione dal basso. Se noi partiamo da un bilancio partecipato, se noi partiamo dalle politiche sociali partecipate, con le comunità, con le parrocchie…Si arriva molto di più alle persone e ai bisogni.
Immagino sia da molto che abbia questi ideali, da quanto tempo, saprebbe dirlo?
Io lo faccio da una vita non è un lavoro. Lo faccio gratis, sono un docente e quindi lavoro con i ragazzi, ed è la mia Vita, la mia Passione.
C’è mai stato anche solo per un giorno, un momento nella sua vita, in cui ha creduto che il cambiamento non fosse possibile?
Il dubbio c’è sempre. Ma la speranza torna poi quando alcune cose accadono, in senso positivo, e ti danno quella forza di continuare.
Qual è il messaggio che vuole mandare alle future generazioni?
Che il cambiamento è possibile. Basta crederci, basta volerlo. E soprattutto, in una società e i un mondo in cui prevale l’IO, dobbiamo imparare che è il NOI la cosa più importante.