Federico Fellini avrebbe avuto di che trarre non un solo film, ma una serie, avendo assunto la crisi che attanaglia da tempo l’Italia dimensioni e caratteristiche più che paradossali. Partendo dall’ultimo crimine, è la parola giusta, l’attuale crisi di governo, essa appare molto simile all’ammutinamento dei marinai di una nave, tanto per rimanere nella metafora, che decidono di attuare quel proposito nel bel mezzo di una tempesta. Significa che è tale la loro scelleratezza da indurli a comportarsi come Sansone nel tempio. Succede così che gli avventurieri che accompagnavano fino a pochi giorni or sono il Professor Draghi nella sua sfida all’ultimo miracolo per raddrizzare la barca, avendo messo in atto una squallida parodia dell’Aventino anche se probabilmente non sanno quello vero cosa sia stato, sono scappati di casa.
Più precisamente dall’aula in cui era riunito il governo, peccando de hubris, facendo in modo così che ciò che non sarebbe dovuto succedere sia successo. E ora al dunque: chi starà attento a che tutta la carne che è sul fuoco non bruci? A questo punto della riflessione vengono alla mente considerazioni che invitano a riflettere tutti gli italiani, e a fare l’esame di coscienza coloro che hanno provato a buttare l’acqua sporca con dentro il bambino. Si arriva così alla probabile chiave di lettura dell’intera drammatica vicenda. L’intervento del Professor Draghi, iniziato diciotto mesi fa, fu giudicato da subito da una striminzita ciurma di politologi da salotto televisivo come una sfida dello stesso Professore a modi di agire e a altri atteggiamenti dell’esecutivo oramai obsoleti e, soprattutto, di scarsa efficacia, L’inizio della sua avventura di servitore dello stato sarebbe stata il suggello di un’ ampia gamma di incarichi di alto profilo che lo hanno visto operare con successo in diverse parti del mondo. Qualcuno che lo conosceva bene, commentó subito che il governo che aveva formato sarebbe stato molto simile a una One Man Band. Visto tante volte nei film di fattura anglosassone, questo personaggio è praticamente coperto da vari tipi di strumenti che suona con mani, piedi e bocca e ancor oggi interviene nelle feste sull’aia. Data per valido questo inquadramento della situazione, la conclusione che si è portati a trarre è che da subito l’attuale governo si rivelò tanto forte quanto fragile, della serie: “mi spezzo ma non mi piego”. In una fase complessa come poche altre volte, il mondo si è trovato a dover affrontare e tentare ogni genere di acrobazia per non…girare a vuoto, é d’ obbligo il gioco di parole. Se la crisi del governo italiano dovesse concretarsi nella sua espressione più completa, causerebbe danni economici al momento non quantificabili nemmeno a spanne. Prima a subirne le conseguenze sarebbe l’opera di ricucitura di relazioni con altri paesi, allentatesi o talvolta interrotte, che il Professor Draghi e lui solo è riuscito a riportare sulle indispensabili caratterizzazioni perchè il Paese possa funzionare in pieno.
Nonostante il Premier sia in stand by, lunedi volerà in Algeria per cosolidare gli accordi raggiunti in precedenza riguardo la fornitura di gas. Solo per quanti fin dall’ inizio del suo mandato hanno storto il naso perchè il Professor Draghi è un manager e non un politico, è importante sottolineare come questi, in pochi mesi, sia riuscito a sostituire in qualità di primo fornitore di gas la Russia con l’Algeria. Ad colorandum, i docenti universitari hanno molto spesso dato ottimi risultati alla guida di grandi aziende: è sufficiente ricordare il Professor Valletta alla FIAT e il Professor Nordhof alla Volkswagen. Come loro tanti altri colleghi sparsi intornono al mondo e dediti a attività le più disparate. Comunque evolverà il quadro politico, chi ha ordito la congiura a Draghi e al suo governo di conseguenza, sarà paragonato ai maiali non per irriverenza ma per analogia di comportamento. Quando quegli animali si cibano del pastone preparato in abbondanza, arrivati al livello di sazietà, non si fermano, ma sciupano irrimediabilmente la quantità avanzata.