Cosa si mangia a Ferragosto? Nell’Agro Nocerino-Sarnese non c’è bisogno di pensarci troppo a lungo, poiché la risposta è già scontata. Più precisamente, fra la notte del 14 e il 15 agosto, la tradizione vuole che i fedeli si rechino in pellegrinaggio presso il Santuario di Materdomini a Nocera Superiore per celebrare l’Assunzione di Maria, che ricorre proprio il giorno di Ferragosto. Una volta giunti a destinazione, mangiare la tipica palatella è d’obbligo. Basta incontrare le persone giuste e il tutto si arricchisce di allegria.
Fra preghiere, bancarelle dei venditori di per’ e ‘o musso e danze tradizionali, i pellegrini gustano la palatella con la ‘mpupata. Si tratta di un piatto povero della tradizione contadina, preparato con un filone di pane dalla forma particolare: le estremità sono due nodi che lo rendono simile a una caramella. Originariamente alla vigilia dell’Assunzione non si mangiava carne: i contadini in pellegrinaggio verso il Santuario portavano con loro questa pagnotta, farcita con due semplici ingredienti: melanzane sottaceto condite con origano, aglio, olio e peperoncino e alici di Cetara sotto sale. Ancora oggi la palatella tradizionale viene preparata appositamente in questo modo, non soltanto in occasione della festa religiosa. Irrinunciabile a Nocera Inferiore e Superiore nel periodo di Ferragosto, in particolare fra il 14 e il 15 del mese, durante le tipiche rimpatriate di famiglia, ma anche come pranzo al sacco da portare in spiaggia. In abbinamento non può mancare una bella brocca di vino con le percoche e in conclusione, per rinfrescarsi dal caldo estivo, o mellon e fuoc (melone di fuoco), ovvero l’anguria.
Ma senza disprezzare il culinario – ci mancherebbe – la tradizione di Materdomini è anche altro. Caratteristici e suggestivi sono i canti che vengono intonati nei giorni della novena che precedono la festa. Lodi e preghiere dedicate alla Madonna: si tratta di canti tramandai oralmente, di cui non si hanno dei testi scritti, recitati in un dialetto particolare, di origine contadina.