Le eccezioni sono poche davvero. A parte quella politica e l’ industria delle vacanze, tutte o quasi le attività del Paese hanno ì cancelli chiusi e le saracinesche abbassate, come da atavica consuetudine italica. Tale circostanza permette di distogliere, anche se per poco tempo, l’attenzione dai problemi domestici e di rivolgere lo sguardo in giro per il mondo. In particolare verso quelle contrade stravolte dai tristi avvenimenti noti, se non proprio a tutti gli abitanti del pianeta, senz’ altro a una percentuale altissima degli stessi.
I tormentoni, così definiti nel senso letterario del termine, senza indulgenze di alcun genere, già presenti in campo non bastavano alla politica italiana, tant’è che alcuni buontemponi seduti sugli scranni di Palazzo Chigi hanno indotto, combattendosi a oltranza, il Premier Draghi a rimettere nelle mani del Presidente della Repubblica Mattarella il suo mandato, allegando dimissioni irrevocabili. Chi non ha memoria corta ricorderà che il Capo dello Stato Mattarella accettò di ricoprire un secondo mandato quando il personale addetto aveva già effettuato il trasloco delle sue suppellettili dal Quirinale a altra dimora. Solo per colmare la misura, è bene ricordare che, un paio di giorni fa, qualcuno aveva ipotizzato che Mattarella, se si fossero verificate alcune condizioni di revisione costituzionale tra cui quella della figura e dei poteri del Primo Cittadino, avrebbe dovuto dimettersi ad horas. Quell’episodio, che in altre circostanze sarebbe potuto passare per uno scherzo, anche se di pessimo gusto, ha finito per distogliere completamente l’attenzione di buona parte dei cittadini di ogni ceto sociale da altre problematiche, importanti quanto le prime, in alcuni casi ancor più. Precisamente è arrivato a regime o quasi quel modo di operare che ha spazzato via le poche situazioni socioeconomiche che ancora resistevano alla forza delle diverse tempeste in corso. Ciò sembrava essere quasi impossibile, stante il fatto che i pezzi da 90 sparati dalla pandemia e dal assedio dell’ Ucraina verso Occidente, stavano mettendo già a dura prova la stabilitá dell’ intero sistema socioeconomico e quindi produttivo del Bel Paese.
Di conseguenza si è persa quasi completamente la misura della gravità dei problemi, interni e esterni, del sistema tricolore mediterraneo, sia di origine nazionale che provenienti dall’ esterno dei confini geopolitici. Non sono questi i giorni adatti per angosciarsi, peraltro inutilmente, rimuginando sui tanti lacci e lacciuoli che tengono sotto assedio lo Stivale: dal Covid alle crisi di alcune grandi aziende con i relativi risvolti occupazionali, passando attraverso una miriade di situazioni incancrenite che ancora bruciano denaro pubblico in quantità paragonabile in valore percentuale a quella dell’acqua dispersa dalla rete idrica nazionale. Si arriva così ai consistenti quanto numerosi riflessi negativi sui rapporti commerciali internazionali apportati dalle tensioni crescenti tra le superpotenze in cerca del primato mondiale. Henry Kissinger, ex potente Segretario di S tato americano, in una recente intervista al Wall Steet Journal, dall’alto del suo quasi secolo vita si é detto estremamente preoccupato per il comportamento estemporaneo e non sempre coerente degli USA, della Russia e della Cina, ormai tutte sull’ orlo di un orrido. Per il momento, seppure irrazionalmente, sarà bene che le varie popolazioni si tengano lontane da tali confronti tra i massimi sistemi, soprattutto per non avvilirsi ancor pìù.
Perchè si possa fare ciò, vale la pena ricordare qualcuno dei botta e risposta di Cipputi e Bigazzi, i due metalmeccanici disincantati usciti dalla matita di Francesco Tullio Altan. In uno di essi i due, a mare con l’acqua fino alle ginocchia, si invitano reciprocamente a essere prudenti. Il primo dice all’altro che è meglio rimanere dove sono, perché al largo le onde potrebbero travolgerli. Al che il secondo replica che ancora meglio sarebbe stato guardare il mare tenendosi a riva. Potrebbe risultare interessante sapere alla fine quale indicazione sarà stata messa in pratica dai due. Intanto di una cosa si può essere certi, cioè che gli italiani, per quanto non siano angioletti, in ogni modo non meritano di avere l’attuale tipo di rappresentanza parlamentare. Come se ciò non bastasse, con molto realismo quella che subentrerà non sarà migliore dell’attuale scaduta, preso atto dello spessore dei candidati. Con le doverose scuse se è ancora poco. Nel frattempo, sarà bene prendere in prestito quanto disse Totò, in uno dei suoi film, a un giornalista muto. Lo invitò a pensare alla salute e tanto sarebbe ancora oggi valido, se solo sua maestà il Virus e la sua triste genia permettessero di poterlo fare.