Torna l’appuntamento annuale con il Flip Festival di Pomigliano D’Arco, il festival della letteratura indipendente dedicato alle piccole case editrici e alle piccole produzioni editoriali, giunto quest’anno alla sua seconda edizione.
Il festival nasce dalla sinergia delle librerie pomiglianesi Mio nonno è Michelangelo e Wojtek Libreria, in collaborazione con il blog letterario Una banda di cefali e il patrocinio del Comune di Pomigliano D’Arco. Per quest’anno, la curatela artistica è stata affidata all’artista francese Christophe Mourey.
I parchi e i cortili di Pomigliano D’Arco tornano quindi a riempirsi di autori, case editrici e appassionati di letteratura, che in questi giorni di festival stanno discutendo di nuove uscite, dei meccanismi del mondo dell’editoria dalla traduzione letteraria al fumetto, e instaurando dialoghi con volti più e meno noti del panorama letterario italiano e internazionale. Al festival partecipa anche la rivista letteraria Quaerere, diretta dalla nocerina Clelia Attanasio, che domani alle 16 nel Cortile del Palazzo dell’Orologio parteciperà ad una conferenza di presentazione per tre titoli insieme ad Anthony Fico. La discussione si concentrerà su “La Ferita”, romanzo di Lucio Leone edito per Polidoro Editore, una storia ai limiti del sovrannaturale in cui un uomo entra nelle coscienze di persone morte suicide attraverso una ferita. Si passa poi a “Fifty-Fifty” di Ezio Sinigaglia, edito per Terrarossa, che racconta i linguaggi dell’amore attraverso intrecci sentimentali a catena, con toni da commedia dell’assurdo. Infine, si discuterà di “La carna trista” di Mario Visone, edito per Castelvecchio, che narra di un ex brigatista e di come il suo proposito di ritirarsi a vita privata una volta scontata la pena vada completamente in frantumi quando si lascia coinvolgere da una protesta di pescatori. Parteciperanno al panel anche gli autori dei romanzi, in una discussione incrociata sulle affinità tematiche delle loro storie.
«Al Flip mi sento a casa,» dichiara Attanasio. «Ho la possibilità di incontrare e ritrovare persone che fanno parte del mio ambiente letterario e con le quali spesso mi confronto solo online. È bellissimo ritrovarsi dal vivo e poter parlare di letteratura e trascorrere del tempo con persone a te affini e stimolanti.»