Ambizione, dedizione, miro all’eccellenza evito come la peste, la mediocrità.
“Chi si accontenta gode” è la filosofia dei finti soddisfatti, degli infelici camuffati.
Di notte si sogna e di giorno si combatte. Non c’è altro da fare.” Chi si accontenta muore”.
Goal setting e feedback positivi sono ingredienti essenziali di una strategia di promozione del senso di efficacia personale.
Di norma vanno massimizzate le occasioni di riuscita e di apprezzamento e minimizzate quelle di fallimento e di svalutazione.Nel caso del goal setting, gli insuccessi risvegliano ansie, esitazioni e ruminazioni di vario genere. Anche il non raggiungimento della meta, d’altro canto, può contribuire a rafforzare il senso della propria efficacia personale, quando gli standard sono elevati la prestazione migliora.
Prospettare obiettivi percepiti come troppo semplici può invece suscitare sentimenti di svalutazione, di noia, di sufficienza, che finiscono col giustificare il disimpegno e con l’aggravare i rischi dell’insuccesso.
Nei casi in cui non ci si spaventa dal trarre dall’esperienza tutte le lezioni che essa può dare, e perciò di imparare anche dall’insuccesso, il feedback che conta è quello che mette in luce gli aspetti più critici della prestazione affinché questi possano essere corretti e dalla pratica possano scaturire nuove occasioni di perfezionamento della propria prestazione e di sviluppo delle proprie abilità.
È perciò evidente l’importanza di mettersi ogni volta alla prova, di concordare il raggiungimento di mete sufficientemente, ma non esageratamente difficili, di monitorare i progressi fatti.
Quella che così si viene a prospettare è una spirale virtuosa nella quale gli obiettivi, la prestazione, il rendiconto dei risultati e il senso di competenza operano sinergicamente con un valore aggiunto di capacità, autoefficacia e motivazione che si accrescono a ogni riuscita.