Da alcuni mesi è disponibile su Amazon “Il Vangelo di Schubert”, romanzo del regista, sceneggiatore e scrittore, originario di Polla, Luca Guardabascio. Racconta gli ultimi anni di vita di Franz Peter Schubert, compositore austriaco dell’800, morto a soli 31 anni. Tramite un epistolario, segue la corrispondenza tra il maestro e i suoi amici. Tutto parte dalla morte di Beethoven, che tanto lo ha turbato.
Guardabascio ha deciso di proporlo per la sua genialità, di cui se ne parla poco. Schubert ha anticipato il movimento romantico in Austria e nell’ultimo anno e mezzo dalla morte di Beethoven ha scritto circa 600 opere musicali, molte andate perdute. «La sua produzione va oltre la comprensione umana – commenta lo scrittore –. L’ho studiato molto, traducendo anche dei testi tedeschi. Alcuni carteggi raccontano di una sua presunta omosessualità, secondo cui intratteneva rapporti con degli amici. Una delle poche volte in cui ne ha avuti con donne, è perché veniva portato in un casino e lì contrasse la sifilide. Mi interessava raccontare di un uomo in pieno cambiamento e fermento artistico. Un giovane, che all’approssimarsi della morte, ha aumentato la sua produzione artistica. Siccome viviamo un periodo in cui non riusciamo a vedere futuro, ho pensato a lui. Schubert non si è adagiato alla morte prossima, ma ha reagito. Ha voluto insegnare e offrire qualcosa agli esseri umani. Mi riconosco in questo personaggio, da cui ho preso spunto nel primo periodo di look down. Non mi sono demoralizzato e ho continuato a produrre». L’idea di Guardabascio è di portare a teatro la sua opera, con gli attori Fabio Mazzari, Giordano Petri e Patrizia Schiavo. Attualmente hanno anche iniziato delle letture sul palcoscenico. «Un libro deve camminare e avere più sfaccettature – afferma Guardabascio –. Non può restare su uno scaffale, altrimenti nessuno lo conoscerebbe».