Questo dimostra l’ultimo studio che vede in campo Università di Bologna e di Bari, Cnr e la russa Tomsk State University. Anni di battaglie e di accuse di allarmismi verso i comitati e soprattutto gli scienziati sono stati demoliti. In primis Antonio Giordano, presidente dello Sbarro Institute di Filadelfia e professore all’Università di Siena, ha iniziato solitario oltre 10 anni fa snocciolare ricerche e libri che parlavano di un nesso causale ambiente e salute in Campania. E ancor prima suo padre Giovan Giacomo pioniere negli anni Settanta. Sono costate tante accuse, attacchi di politici ed esponenti istituzionali e anche querele queste prese di posizione basate sulle ricerca scientifica indipendente. Oggi Giordano coordina anche il gruppo ambiente e salute del Pnrr per il Ministero della Salute scrivendo tutto il programma sul tema del biomonitoraggio, delle bonifiche e del “One Health”, parte rilevante del Piano nazionale ripresa e resilienza. E a lui chiediamo di commentare questo studio.
Parla Giordano: “Il legame causale tra sviluppo tumorale ed esposizione ad inquinanti ambientali è un fatto noto da tempo e le attuali evidenze scientifiche ripagano i miei tanti sacrifici. Il superamento costante dei limiti di legge che denuncio da anni è un fatto allarmante e spero che i dati ufficializzati dai nuovi studi vengano supportati da ulteriori indagini e accurati provvedimenti. ià qualche anno fa fu stilato un report dalla Procura di Napoli Nord e dall’Istituto Superiore di Sanità che confermavano i dati che ho pubblicato nello studio: “Veritas”, condotto su una coorte di 95 pazienti oncologici residenti in Campania. Furono osservati alti livelli di concentrazione ematica di metalli pesanti in alcuni comuni, come Pianura, Giugliano, Qualiano e Castel Volturno. In particolare, un risultato staticamente significativo si osservo’ per Giugliano, dove i pazienti oncologici presentavano livelli ematici di Cadmio, Mercurio e Piombo più elevati rispetto ai controlli “sani”.
Le osservazioni preliminari confermarono alcuni studi precedenti: il livello di metalli tossici nel sangue dei pazienti oncologici in alcuni comuni della Terra dei Fuochi è del tutto fuori norma.Di fronte a questi studi che si moltiplicano ora cosa deve fare il decisore politico, a partire dal nuovo governo?
“Le soluzioni da attuare dovranno avvenire in tempi brevi; del resto molte di esse sono note ormai da anni anche se mai attuate dalla politica: bisogna bonificare, bloccare gli sversamenti illeciti, organizzare un efficiente programma di sorveglianza dei rifiuti ma soprattutto di sorveglianza della popolazione. Pertanto, sarà necessario consapevolizzare i cittadini ed incentivare la sanità pubblica aumentando attività di prevenzione e screening. Questo approccio olistico necessita di svariate figure professionali per un’azione multidisciplinare volta ad affrontare non solo le necessità e i bisogni delle società del terzo millennio, ma anche volte ad attivare azioni preventive di problematiche sanitarie ed ambientali. La mia attività di ricerca, da quando nel 1993, ho individuato e clonato il gene oncosoppressore RBL2/p130, si è principalmente focalizzata sullo studio dei meccanismi di deregolazione del ciclo cellulare nel cancro. Ma oggi è ben noto che il tumore è una patologia multifattoriale e che tra le varie cause dello sviluppo c’è anche l’ esposizione ad inquinanti ambientali. Per cui, oggi, il mio obiettivo principale è far convergere tra loro tutte le mie ricerche. Mi occupo di studiare precise alterazioni molecolari al fine di identificare nuove strategie terapeutiche mirate per il mesotelioma ed il tumore al polmone, la cui eziologia è correlata all’esposizione ad inquinanti ambientali.