Era l’ultimo grande personaggio di quel gruppo, di cui fu capostipite Strehler col Piccolo dei Milano, che, nel dopoguerra, fece nascere il teatro pubblico e la moderna regia in Italia. Regista e critico teatrale aveva compiuto 90 anni il 2 settembre scorso
L’attività di Scaparro inizia come critico teatrale per giornali come l ‘Avanti cui seguirà la fondazione, nel 1961, della rivista Teatro Nuovo. Divenne in seguito direttore artistico di diverse realtà teatrali, tra cui il Teatro Stabile di Bologna, il Teatro Stabile di Bolzano, il Teatro di Roma ed il Teatro Eliseo. Contemporaneamente proseguiva la sua attività come regista, debuttando al Festival dei Due Mondi di Spoleto nel 1965 con La Venexiana, commedia di un anonimo del 500.Tra gli altri incarichi, nel periodo 1979-1983 è stato direttore del Festival Internazionale di Teatro all’interno della Biennale di Venezia.
Nella regia cinematografica esordì nel 1983 con il Don Chisciotte tratto dall’omonimo romanzo di Cervantes, un adattamento a film per la tv , con Pino Micol nei panni del protagonista, affiancato tra gli altri da Peppe Barra e Evelina Nazzari.
Bellissime le sue parole quando presentò il Pulcinella con Massimo Ranieri: ” Sono felice di aver girato questo film, che abbiamo prodotto con pochi soldi e tanta gioia. Il progetto nasce da molto lontano, sono passati circa ventidue anni da quando io e Massimo Ranieri facevamo Pulcinella a teatro. Lo abbiamo portato con noi per tutto questo tempo, ha girato l’Italia, è stato in tutta Europa, ha attraversato l’oceano ed è approdato in America, è stato il nostro meraviglioso compagno di viaggio. Da sempre pensavo di farne un film, di farne qualcosa che rimanesse per sempre. Certo venti anni sono tanti e non trascorrono invano, sono cambiato io, è cambiato Massimo, è cambiata Napoli e la sua gente, è cambiato il mondo e naturalmente è cambiato anche Pulcinella. Ma io e Massimo eravamo convinti che Pulcinella fosse in fondo anche un figlio di oggi e allora siamo ripartiti dalle origini, dal copione di Roberto Rossellini, un testo magnifico ma di difficile trasposizione e forse per questo il film non venne mai girato. La sceneggiatura del mio film, scritta con Rafael Azcona e Diego De Silva, nasce dalle pagine e dalla sensibilità artistica di Rossellini, di cui ho mantenuto le incredibili intuizioni, come il tema del viaggio e le frasi celebri (es. “Voglio andare via da questa Babilonia infame”). Sono convinto che siamo riusciti a fare un film europeo, meglio, mediterraneo dove finalmente non viene pronunciata una sola parola d’inglese. Senza Massimo non avrei mai fatto questo film. Ci tengo a dirlo.”