Azzurri per la prima volta nelle prime otto d’Europa. La squadra di Spalletti raggiunge Milan e Inter.
Sogna Napoli. Napoli Sogna. Gli azzurri dei miracoli riscrivono la storia: 3 a 0 senza appello all’Eintracht Francoforte e quarti di finale di Champions. Il club non era mai arrivato fino a questo punto, invitato a sedere allo stretto tavolo che accoglie le prime otto d’Europa. Ci riesce con una prestazione che, tra andata e ritorno, manifesta una superiorità a tratti imbarazzante. Stasera ci pensa Osimhen – doppietta per lui – a certificare questa supremazia. Il cesello lo appone il penalty di Zielinski. Tre italiane nel salotto buono della coppa dalle orecchie sporgenti. Ma il segno della croce, c’è da giurarci, se lo faranno tutte per non incrociare l’incredibile congegno di Spalletti.
Dopo un pomeriggio rigato dai tumultuosi scontri nel centro storico, con scene da autentica guerriglia urbana generate dai circa seicento “tifosi” dell’Eintracht Francoforte calati a Napoli pur nella consapevolezza di non poter entrare allo stadio, si può pensare al campo, pur con il cuore pesante. Anche perché davanti si srotola una di quelle notti capaci di fare la storia. Gli azzurri ci arrivano forti dello 0-2 dell’andata, ma Spalletti avverte che non c’è nulla di acquisito per diritto divino. Per il resto, formazione tipo con gli astri lucenti Kvara e Osimhen davanti, accompagnati dall’elettrico Politano. Davanti a Meret, che rientra dopo aver ceduto il posto in campionato a Gollini, si staglia la solita cerniera difensiva, con Mario Rui che si riprende il posto a sinistra. In mezzo il cervello di Lobotka, i muscoli di Anguissa e la versatilità di Zielinski. Dall’altro lato l’Eintracht sfodera un’inedita difesa a quattro, con tre mezze punte alle spalle del centravanti Borré.
Tedeschi che cercano subito di sottrarre ossigeno alla manovra azzurra, andando a sporcare l’impostazione in mezzo al campo con un pressing vigoroso. Il Napoli però è un treno che non conosce fermate. Subito uno squillo con un rasoterra di Politano al ‘2, ma Trapp disinnesca. Possesso partenopeo saldo, malgrado l’intensità avversaria. Crescendo, quello dell’ensemble spallettiana, che potrebbe essere messo a reddito intorno al ’20, quando Kvara fende come burro la difesa dell’Eintracht, ma si allarga troppo e conclude decentrato, trovando una pronta risposta di Trapp. Partita che procede a scatti adesso, spesso inframezzata dall’irruenza degli ospiti, che rimediano un paio di ammonizioni. Una rappresaglia, quella del Francoforte, destinata a sfaldarsi con il passare dei minuti. Come al ’42, quando Zielinski pennella per Kvara in area, ma il georgiano si fa murare il piatto. L’anticamera del gol. Prima di infilarsi sotto la doccia ci pensa Osimhen a stappare la partita: cross vellutato di Politano dalla destra, il centravanti decolla e la infila di testa alle spalle di Trapp. Gol che appanna decisamente le ambizioni tedesche.
A sgretolarle definitivamente ci pensa sempre lui, l’attaccante mascherato con una nuvola ossigenata a sormontare il capo. Quando scocca il ’53 Politano indovina l’imbucata per Di Lorenzo in profondità, il capitano mette in mezzo e Victor la spinge dentro. Buonanotte ai sogni tedeschi. Occhi lucidi e mani che si spellano al Maradona. Eintracht irrimediabilmente stordito, anche perché – per quanto si possa ciarlare sull’importanza del possesso palla – non la vede mai. Però in due minuti, intorno al ’60, costruisce due chance per accorciare: Borré mette in mezzo dalla destra, Kamada la tocca ma flebilmente; subito dopo i due si invertono le parti, con il giapponese che penetra in area e Borré che tenta una rovesciata – a lato – sul rimpallo che si genera. Il ghiaccio sulle ceneri delle speranze ospiti lo appone il rigore di Piotr Zielinski al ’64: Sow lo livella al suolo in area, lui si presenta sul dischetto e la piazza centrale. Qualificazione ampiamente afferrata, Spalletti alla fine ne cambia cinque. Standing ovation inevitabile per Osimhen, finalizzatore spietato di un arnese perfetto.
Il Napoli fa la storia: mai era arrivato fino ai quarti di finale di Champions. Tra le prime otto d’Europa troverà anche Inter e Milan, oltre ad una serie di colossi. Un club al quale, di fatto, è iscritto per meriti sul campo.
NAPOLI: Meret – Di Lorenzo, Rrahmani, Kim (’66 Juan Jesus), Mario Rui – Anguissa, Lobotka, Zielinski (’74 Ndombelé) – Politano (’67 Lozano), Osimhen (’81 Simeone), Kvaratskhelia (’74 Elmas). A disposizione: Idasiak, Gollini, Juan Jesus, Elmas, Lozano, Olivera, Simeone, Bereszynski, Ostigard, Gaetano, Ndombelé.
EINTRACHT: Trapp – Buta, Tuta, Ndicka, Lenz (’67 Max) – Rode (’74 Jakic), Sow – Knauff (’62 Alidou), Gotze, Kamada – Borré. A disposizione: Ramaj, Horz, Smolcic, Jakic, Alidou, Touré, Hasebe, Alario, Chandler, Max.
ARBITRO: Taylor (Inghilterra)
AMMONITI: Ndicka, Lenz, Gotze, Juan Jesus
RETI: 47′ e ’53 Osimhen, ’64 Zielinski