Può essere già contento Francesco D’Arco, presidente dell’Academy Valle dell’Orco, società che assieme a tante “mani” e all’aiuto delle istituzioni, ha riportato in vita una classica del calcio giovanile nell’Agro e dintorni: il Torneo Valle dell’Orco, giunto alla tredicesima edizione. Otto squadre al via, divise in due gironi. Da una parte: FOOTBALL PROJECT, BATTIPAGLIESE, AVELLINO, JUVE STABIA. Dall’altra: SALERNITANA, ACADEMY VALLE DELL’ORCO, TORIA, SECONDIGLIANO. Categoria Under 14: campi “collegati” il Sessa di Castel San Giorgio, il Leo di Siano, il Ravaschieri di Roccapiemonte, il De Crescenzo di Bracigliano. Domani, giovedì, sarà tempo di semifinali: Salernitana-Football Project a Roccapiemonte (ore 16) e Avellino-Academy Valle dell’Orco a Siano (sempre alle 16). Finalina tra perdenti semifinali a Bracigliano venerdì pomeriggio. Finalissima in programma sabato mattina a Castel San Giorgio. Il torneo ha di base una finalità sociale, condivisa dal Settore Giovanile e Scolastico della Figc Campania: aiutare, in tutti i sensi, il Secondigliano baby a far calcio, nell’ambito di un progetto denominato “Un calcio a Gomorra”. Oggi il Secondigliano era in condizioni precarie di unità calcistiche e materiale calcistico: la Salernitana ha “adottato” la situazione, prestando tutto quel che c’era da prestare. E ora in pò di storia per far conoscere la zona, non quella calcistica, a chi non la conosce.
Il valico (135 m. s.l.m. al punto più alto) è incastonato tra il colle nocerino di Torricchio e quello sangiorgese di sant’Apollinare, nell’insenatura artificiale nota come Montagna spaccata, collega le località di Trivio Codola e Paterno di Lanzara nel comune di Castel San Giorgio con Codola Torricchio e Fiano nel comune di Nocera Inferiore. Conosciuta anche come Valle dell’Orco, comprende la località della Starza dei Leoni. La zona fu un crocevia importante in epoca romana, il passo infatti era funzionale al raggiungimento della città di Nuceria Alfaterna, attraverso una diramazione della via Popilia, che portava anche alle cave di tufo di Fiano e Piedimonte, i romani in maniera manuale aprirono un varco tra i due monti che si congiungevano, questa zona ancor’oggi è conosciuta come la Montagna spaccata.Nel I secolo lungo questa via fu costruito un mausoleo dalla forma circolare, detto Campanile dell’Orco, che con tutta probabilità, diede il nome al passo.[2] La credenza popolare, invece, vuole che questo passo fu valicato dal condottiero cartaginese Annibale, proveniente dal vicino Monte Iulio, in direzione di Nuceria, in procinto di assediarla nel settembre del 216 a.C., la città fu assediata e distrutta con efferatezza, da qui la denominazione dell’orco in riferimento al Barca. Di rilevanza anche la villa rustica rinvenuta nei pressi di Paterno. Nel medioevo la zona venne comunque ampiamente praticata, grazie soprattutto ai vicini giacimenti di tufo grigio. Vide contestualmente la rinascita sul colle di Sant’Apollinare dell’antico sito di Fractanova, già in uso dal 79 d.C., e della costruzione della sua rocca, divenuta poi un eremo. Mentre sull’altro versante (Monte Torricchio e Colle di Sant’Andrea) vi si svilupparono i casali dell’odierna Nocera. Il passo fu varcato nel 1460 anche dalle truppe di Giovanni d’Angiò, per poi scontrarsi con l’esercito aragonese, guidato da Ferdinando I di Napoli, nella battaglia di Sarno. Nel 1858, nel monte sottostante al passo, fu ricavata la Galleria dell’Orco, il primo tunnel ferroviario nel Regno delle due Sicilie.