Imbrattando le opere d’arte (senza far danno) i movimenti ambientalisti mettono in scena il rischio che questi tesori stanno correndo a causa della crisi climatica. Ma perché proprio questa forma di protesta? Una risposta potrebbe trovarsi nella nuova dimensione che i musei stanno assumendo nel nostro contesto sociale. Ieri sera Chloé Bertini, attivista di Ultima generazione, è stata ospite a Piazzapulita, il talk show condotto da Corrado Formigli su La 7. Non è la prima volta che la tv generalista dà spazio e voce “in presenza” alla rappresentante del movimento ambientalista, ma le occasioni in cui è accaduto si contano sulle dita di una mano. Bene: a furia di azioni tanto spettacolari quanto incomprensibili per la maggioranza delle persone, Ultima generazione sta riuscendo un po’ alla volta ad attirare l’attenzione mediatica su di sé. Un’attenzione necessaria – in questo sono d’accordo con loro – per far crescere il movimento e avere qualche speranza che la stessa attenzione si sposti, finalmente, dalle azioni spettacolari agli obiettivi lungimiranti che le muovono.
L’aggressività. È sconcertante la rabbia che scagliano contro questo movimento intellettuali, opinion leader, giornalisti e politici bipartisan (uso il maschile non a caso, perché sono in maggioranza uomini). Cacciari ha dichiarato “gli farei un TSO” (il trattamento sanitario obbligatorio che si fa in casi estremi a chi ha seri problemi psichiatrici). Renzi e Salvini li hanno entrambi liquidati come “vandali”, mentre Calenda ci è andato più pesante, definendoli “imbecilli” e altrettanto ha fatto il giornalista Borgonovo proprio ieri sera, parlando di “demenza incivile”. Potrei continuare, ma non lo faccio perché mi renderei complice di una volgarità da cui invece voglio stare lontana.
Per comprendere cosa stia accadendo nei musei, sempre più al centro delle cronache per le frequenti incursioni dei movimenti ambientalisti come “Ultima Generazione”, occorre partire da un antefatto istituzionale.
Il 24 agosto 2022, a Praga si è tenuta la 26a Conferenza Generale ICOM. L’Assemblea Generale Straordinaria ICOM ha approvato una nuova definizione di museo. Il voto arriva al termine di un processo che ha visto partecipare attivamente centinaia di professionisti museali provenienti da 126 Comitati Nazionali di tutto il mondo e che non era riuscita già nel congresso di Tokyo del 2022, a fare entrare alcuni della temi fondamentale per un museo che si sente responsabilmente parte di un mondo che sta cambiando, non senza problemi da affrontare seriamente:“Il museo è un’istituzione permanente senza scopo di lucro e al servizio della società, che effettua ricerche, colleziona, conserva, interpreta ed espone il patrimonio materiale e immateriale. Aperti al pubblico, accessibili e inclusivi, i musei promuovono la diversità e la sostenibilità. Operano e comunicano eticamente e professionalmente e con la partecipazione delle comunità, offrendo esperienze diversificate per l’educazione, il piacere, la riflessione e la condivisione di conoscenze.”
I gruppi ambientalisti hanno quindi intercettato il rinnovato senso di appartenenza del museo alla società, l’etica del museo contemporaneo che non parla solo di restauro ma di sostenibilità: il museo – come vedremo – si è aperto alla società, è diventato il luogo che comunica con le sue piattaforme ed è piazza aperta di incontro e confronto. Ma le esagerazioni sono aumentate a dismisura, con danni rilevanti anche in Italia a monumenti e luoghi d’arte. Ecco allora la reazione del governo: oltre alle sanzioni penali già previste, il testo introduce, per chi distrugge, disperde, deteriora o rende in tutto o in parte inservibili o non fruibili beni culturali o paesaggistici propri o altrui, una sanzione amministrativa compresa tra 20.000 e 60.000 euro. Per chi deturpa, imbratta o destina i beni culturali a un uso pregiudizievole o incompatibile con il loro carattere storico o artistico, la sanzione sarà compresa tra 10.000 e 40.000 euro. I proventi saranno devoluti al Ministero della cultura, affinché siano impiegati prioritariamente al ripristino dei beni danneggiati. Il Governo individuerà ogni utile iniziativa, nel pieno rispetto delle prerogative della Camera dei Deputati e del Senato della Repubblica e nell’ambito di un costruttivo e proficuo dialogo con le forze parlamentari, per accelerare l’iter di approvazione del disegno di legge.