Riproponiamo l’articolo di Ermanno Corsi apparso sul Roma di martedì 18 aprile all’interno della rubrica Spigolature
Immancabilmente, dopo ogni tappa il grande campione del ciclismo, Gino Bartali, diceva che “l’è tutto sbagliato, l’è tutto da rifare…”. Se dovessimo adattare questo sfogo alla politica di oggi, dovremmo ammettere che sarebbe giusto “rifare tutto”, ma ben sapendo che sarebbe impossibile. La politica s’è tanto snaturata in politicismo che diventerebbe puro velleitarismo tentare di sradicarla. Non resta, allora, che la deprimente rassegnazione? No secco e urlato. Vale ancora, nel tempo confusionario di oggi, la splendida esortazione gramsciana di contrapporre sempre, al pessimismo della ragione, l’ottimismo della volontà.
NAPOLI CASO E LABORATORIO. C’è stato un tempo in cui le sorti dei territori meridionali poggiavano sull’agricoltura. Una urbanizzazione accelerata e devastante ha finito con l’asfaltare e “rottamare” produzioni agricole pregiate molto richieste sui mercati esteri. Poi è stata la volta dell’industria con grandi aspettative. Ma sulla Cassa per il Mezzogiorno, che a questo settore aveva dedicato molti finanziamenti, piovvero le accuse di aver creato “Cattedrali nel deserto”. Non c’è voluto molto per constatare che, da allora, siamo precipitati nel “deserto senza cattedrali”. Da alcuni decenni si è fatto avanti, e non come semplice riserva, il turismo sia di massa che di èlite, di vacanzieri e pendolari, di chi fa brevi soste o lunghi soggiorni. Una stabilizzazione è necessaria, la terza città d’Italia diventa laboratorio molto importante.
LA NATURA E GLI UOMINI. Nel carteggio di Giustino Fortunato, padre del meridionalismo (di pensiero e non di potere come distinguevano Francesco Compagna e Giuseppe Galasso), c’è una lettera inviata a Benedetto Croce perché rispondesse al quesito: ma chi ha danneggiato di più il Mezzogiorno, la natura o la storia? Il filosofo abruzzese-partenopeo rispose subito: gli uomini. Sarebbe interessante verificare su chi -tra i politici comunali, regionali o nazionali- deve ricadere oggi la responsabilità di non avere saputo fare scelte e programmi adatti ai tempi nuovi. Resta perciò il problema di fondo: quale turismo per la terza città d’Italia?
PREMESSA INDISPENABILE. Per la grande generosità della natura (Vesuvio e colline, fasce di territorio pianeggianti, costiere piene di luce e sole, mare pieno di bandiere blu, isole di favolistici richiami in un golfo tra i più spettacolari al mondo), la “figlia di Partenope” è ambiente di catturante bellezza predisposto per un turismo di qualità e fonte di benessere socialmente diffuso. Non è invece dotato e programmato in termini di servizi (ricettività alberghiera, pulizia delle strade, rumorosità, trasporti, ordine pubblico). Quanto può reggere il turismo di fronte a criminalità organizzata, baby gang, movide fuori controllo, metro, autobus e funicolari che si fermano all’improvviso, parcheggiatori abusivi e aggressivi che spadroneggiano in zone intere a cominciare da Santa Lucia fra le più funestate? Si può mai pensare che a colmare questi deficit possa bastare la “folla oceanica” che si ammassa, sui quartieri spagnoli, davanti al Murale di Maradona più devota che davanti al busto di San Gennaro nel Duomo? Serietà vorrebbe che si ristabilissero adeguate proporzioni.
CULTURA IN CAMPO. Un risveglio a lungo invocato, una benefica ripresa di attenzione per lettori, librerie, case editrici, edicole, punti di vendita. Si comprende di più che la cultura non è ripetitività di saperi chiusi nell’accademismo delle facoltà universitarie, ma un insieme di messaggi che sviluppino coscienza partecipe del destino collettivo in termini di educazione civica e di legalità quotidianamente praticata.
NUOVA STRADA. Bene il Premio Napoli con Maurizio de Giovanni (“portare il libro in mano ai giovani parlando il loro linguaggio”). Positiva l’edizione “Napoli città libro” (Stazione marittima) che ha visto – grazie ai coraggiosi Rosario Bianco e Alessandro Polidoro – 95 stand e 100 sigle editoriali. Compiacimento perché le scuole hanno partecipato in massa ai laboratori di scrittura, fumetti e book-trailer: testi con video, suoni, parole e immagini). Incoraggiante l’impegno del ministro Sangiuliano (Cultura), a sostenere Musei, Librerie, Rassegne e tutte le sedi capaci di risvegliare coscienze e sviluppare comunitaria partecipazione.