Il trend è emerso subito, ha scavallato metà scrutinio per poi avviarsi alla fine. Scafati, tra due domeniche, avrà il nuovo sindaco dal ballottaggio tra Pasquale Aliberti e Corrado Scarlato, due che si conoscono da una vita e che mal si “vedono” sempre da una vita. Il grande ritorno di Aliberti ha avuto l’effetto personale dirompente che tutti si aspettavano, non al punto di vincere al primo turno ma in grado di andare oltre il 40 %, impresa notevole in considerazione dell’appoggio di un solo partito, cioè Forza Italia, col resto fatto di civiche e soprattutto di fedelissimi. Scarlato è riuscito ad attestarsi, invece, intorno al 30 % con civiche pesanti e supporto dei renziani. La borghesia e parte dell’imprenditoria cittadina gli è stata accanto. Per battere Aliberti, dovrà scegliere dove guardare: a sinistra, visto che anni fu si parlò di lui per le primarie de Pd, oppure alla destra nel senso di Fratelli d’Italia, partito che ha accolto la sorella di recente ? Ma forse è inutile porsi domande troppo articolate: il ballottaggio è uno contro uno, i soli che partecipano da “attori non protagonisti” sono quelli che a seconda del risultato diventeranno o non diventeranno consiglieri comunali. I grandi sconfitti, numeri alla mano, sono il sindaco uscente e zoppicante Cristoforo Salvati, diventato in pratica il candidato di bandiera dei “meloniani” ma condannato in partenza da una consigliatura finita in anticipo per la sfiducia firmatagli contro non solo dalle opposizioni, ma anche Michele Grimaldi, combattente valoroso di centro-sinistra nella scorsa consigliatura (non è servita manco la calata degli assi nazionali Schlein e Conte); l’elettorato non ha rivoluto il sindaco precedentemente eletto ma non ha scelto in alternativa l’espressione di un raggruppamento che con Russo candidato a sindaco era arrivato a non molti voti di distanza da Salvati. Previsto, più o meno, il dato del quinto candidato a sindaco, l’arancione Francesco Carotenuto, che realisticamente puntava solo all’ingresso nell’assise cittadino da consigliere comunale. Resta preoccupante il dato dell’assenza dalle urne di una fetta notevole di cittadinanza: su 39.839 aventi diritto, ha votato il 69,96 % degli stessi.
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