Il teatro ellenistico-romano, costruito nel II secolo a.C., rappresenta il più grandioso esempio, sia per dimensioni che per posizione scenografica, tra quelli documentati in Campania. L’edificio, danneggiato dal terremoto del 62 d. C., subì importanti restauri e sopravvisse alla terribile eruzione vesuviana del 79 d.C. Dopo il IV secolo d.C., caduto in disuso, fu lentamente spoliato dei suoi elementi più preziosi finchè alluvioni successive in epoca medievale non ne cancellarono il ricordo. Oggi e domani in quel di Pareti il sito-testimonianza di importanza rilevanza sia archeologica che storica è visitabile, nel senso che la Sovraintendenza Salerno-Avellino mostra al pubblico i lavori di restauro in corso. La presentazione dell’iniziativa è avvenuta stamattina a Palazzo di Città. con il convegno voluto dal sindaco Giovanni Maria Cuofano in sinergia con la Sovraintendente Raffaella Bonaudo. Ospite di lusso è stato Gabriel Zuchtriegel, il giovane e brillante direttore tedesco, Direttore generale, Parco Archeologico di Pompei. Presenza non casuale, anzi fortemente voluta per cercare l’innesco di un collegamento “speciale” tra Nuceria e Pompei per poter valorizzare al meglio un patrimonio degno di massima attenzione nazionale e internazionale.
LA DESCRIZIONE DEL TEATRO
L’ edificio parzialmente scavato fu costruito sfruttando l’agger del lato sud delle antiche mura urbiche. Del monumento sono visibili la frons scenae con l’orchestra, l’ima e media cavea e la pàrodos occidentale, nella quale sono state rinvenute tracce di pittura parietale. La frons scenae è costituita da un’alternanza di tre nicchie un’esedra centrale semicircolare a fondo piatto, fiancheggiata da due esedre rettangolari inquadrate da una coppia di colonne realizzate in opera laterizia. La fronte del pulpitum in opus reticulatum ha nicchie rettangolari e semicircolari inframmezzate da fontanelle che alimentavano con zampilli posti davanti le nicchie curve una vasca antistante, sporgente fino al centro dell’orchestra. Al di sotto del pulpitum è un ambiente a volta, in opera quasi reticolata erano due file di pozzetti per i pali del sipario. L’orchestra era pavimentata in marmo, di cui restano alcune tracce, come il marmo delle nicchie del muro del pulpitum, ha un diametro di 23,84 m. Intorno all’orchestra è un euripus collegato a due canali sotto l’edificio scenico. La cavea era divisa sino alla praecinctio, da scale con fognoli sottostanti. Le strutture della cavea sono in opus reticulatum di tufo con ammorsature in laterizio negli spigoli e nei piedritti. Anche il pulpitum ha la medesima tecnica, mentre Le scalinate di accesso avevano una pavimentazione in calcare. Dei due cunei della cavea scavati sono visibili i sedili dei primi tre gradini.