18:00 – Sul palco De Laurentiis, Garcia e il direttore del Museo di Capodimonte. Prende parola De Laurentiis: “Ringrazio il direttore per averci ospitati in questo posto regale. Stabiliamo un augurio di continuazione perché il Napoli, in maniera regale, grazie anche al nuovo allenatore, possa procedere negli anni a venire e nella prossima stagione”.
18:05 – Prende parola Rudi Garcia: “Il primo regalo è essere qui con voi a Napoli. La cosa bella che arriva da me e dal presidente sono le ambizioni. Prima di tutto vorrei salutare i tifosi per la loro accoglienza. E poi vorrei anche fare i complimenti al presidente, alla sua squadra che tra poco sarà la mia, per quello che hanno fatto nell’ultima stagione. Quando sono arrivato in città e ho visto tutte le bandiere e gli striscioni, mi sono reso conto che i tifosi, la città sono molto fieri della squadra. E l’obiettivo è far sì che questo accada anche nel futuro“.
Per Garcia, qual è il sogno?
“De Laurentiis ha messo un’asticella bella alta. Il sogno è vincere trofei. Complimenti perché dopo 33 anni si è vinto lo Scudetto, ma il Napoli deve giocare la Champions League ogni anno ed essere una squadra molto importante in Italia come l’anno scorso“.
Per De Laurentiis, come ha scelto Garcia?
“Non ho dato il via a un casting molto lungo, l’ho detto a voi perché altrimenti mi avreste tormentato tutti i giorni. Mi sono dedicato per tre settimane all’organizzazione della festa Scudetto. Abbiamo voluto organizzare qualcosa che sulla RAI ha raggiunto la bellezza di quasi due milioni di media di ascoltatori, con punte del 30% al sud di share. Ci è piaciuta molto questa cosa. Vogliamo farla ancora meglio negli anni prossimi. Il 5 giugno ho cominciato a pensare al nuovo allenatore e l’ho ufficializzato undici giorni dopo. Ho cominciato a vedere la mappa data in pasto a voi giornalisti e ho cominciato a selezionare chi giocava con successo con il 4-3-3. Molti di quelli che vedevo avevano un 4-2-3-1 o addirittura un 3-4-3 o 4-4-2- Per me era fondamentale mantenere quest’assetto di calciatori, non devo cambiare squadra, per cui andava trovato un allenatore che fa strike col 4-3-3. Avendo visto che Rudi per due volte era arrivato secondo con la Roma e che addirittura il primo anno aveva cominciato con dieci vittorie consecutive, mi sono detto che questo signora facesse al caso nostro. Poi ho visto che col Lione aveva sfiorato qualcosa di importante in Champions. E voi sapete quanto ci tengo alla Champions League. Non per pensarla come Agnelli, a cui dissi che la Superlega è una cosa sbagliata, ma questa Champions è sbagliata. Così come l’Europa League e la Conference League. Ma la UEFA ha bisogno di attestati continui per essere rieletti. Io non posso modificare da solo ciò che si è incrostato nel sistema. Però chiaramente la Champions è un parterre che mi permette di aumentare l’importanza del brand Napoli nel mondo. Noi abbiamo sempre giocato il ruolo dell’innovatore, l’avete visto con lo sponsor tecnico: non ci ho pensato due secondi a vestire anche quel ruolo lì. Cerchiamo di cambiare questo calcio, ma non è così facile. Bisognerebbe cambiare il cervello di troppe persone“.
Per Garcia. Cosa la spaventa? E cosa invece le piace?
“Non ho paura di niente, a parte i problemi di salute. Ho già fatto i complimenti per la stagione scorsa. Questa vittoria in campionato deve dare tanta fiducia a ognuno di loro, però quando si comincerà la nuova stagione, la preparazione, si riparte da zero. E’ molto difficile dire che senza fare sforzi, senza sudore, senza il collettivo si può arrivare a grandi traguardi. I calciatori da un lato devono dimenticare quello che hanno fatto. Questa fiducia, anzi, deve servire a rimanere umili. Ci sarà tanto lavoro. La cosa che mi è piaciuta invece è che ho visto una squadra. Non solo singoli, ma una squadra che difendeva tutti insieme. Poi la rosa è ampia, c’è anche la panchina per risolvere le partite. La cosa che mi ha rassicurato è che il presidente è ambizioso. Vuol dire che se è ambizioso mi darà una squadra di qualità. E con una squadra di qualità possiamo divertire i tifosi. Le mie squadre attaccano, fanno dei gol, fanno di tutto per gestire la gara, avere il possesso palla e fare gol. Lasciatemi il tempo di lavorare con i giocatori, poi quando si parte si parte a bomba“.
Per De Laurentiis: ha detto a Garcia che Osimhen resterà?
“Non l’ho detto a Garcia, l’ho detto da tempo: Osimhen deve rimanere. Poi se arriverà un’offerta importante per la salute del Napoli vedremo“.
Per Garcia: è una panchina più bollente o stimolante?
“Il bello del mio mestiere è che, è vero che lasci persone e amici dove sei passato, ma poi ne trovi delle nuove. Darò il meglio di me. Chiunque si sieda sulla panchina del Napoli, dopo uno Scudetto, sa che il lavoro è arduo perché è difficile fare meglio. Ma i giocatori sanno di dover dare di più. Io non vengo qui a rivoluzionare tutto. Vediamo se la squadra somiglia nella rosa a quella dell’anno scorso, se sarà così non toccherò molto, ma qualcosa farò. Abbiamo parlato tanto di 4-3-3, ho fatto tanto bene col 4-3-3, ma ho usato anche altri moduli di gioco. Perché lo dico? Perché un allenatore deve adeguarsi alla rosa e trovare il modulo giusto. Sembra che il 4-3-3 sia perfetto per il Napoli, ma oggi ci sono analisi video, c’è uno staff che conosce i singoli, per cui la tua squadra deve saper cambiare anche modulo di gioco durante una partita. Voglio che i miei giocatori abbiano una cultura tattica importante. Il mio modulo di base è quello, il 4-3-3, ma io voglio calciatori intelligenti“.