Tanti devoti pochi imitatori di quel profeta che fu Giovanni Battista che con la sua vita offerta e di radicalità, indicò la via. “Che Angri diventi come quell’indice che chiarisce e definisce la strada giusta da seguire”. Il monito del Vescovo Giuseppe Giudice ha risuonato, questa mattina, durante la ormai tradizionale messa del mattino che anticipa la peregrinatio della statua, in una piazza affollata e silenziosa dei tanti cittadini e devoti del santo protettore, compreso le autorità e i rappresanti delle istituzioni, in prima fila il sindaco di Angri Cosimo Ferraioli con il suo collega del vicino comune di Sant’Egidio del Monte Albino Antonio La Mura e molti amministratori locali. Il monsignore si è soffermato sul passo evangelico del valore della vita umana e della necessità di sapere distinguere i falsi profeti che sono spesso in mezzo e noi e che cercano di rubarci l’anima, le cose di Dio e di cui cercano di fare profitto. Difficile non immaginare che il pastore facesse velatamente riferimento a fatti e persone che riguardano il territorio cittadino, tenendo conto dell’osservazione attenta del prelato sui comuni della diocesi e che non manca di mandare messaggi anche molto forti a taluni rappresentanti della società territoriale. A cosa ha alluso in particolare il Vescovo? E’ forse un monito a non commettere errori come forse in passato rispetto al ritorno della tradizionale festa patronale dopo la lunga pausa del covid e post covid che ha portato a scelte radicali della Curia anche dopo la chiusura dell’emergenza covid con decine di processioni sospese? Chi conosce l’approccio del vescovo, dopo aver superato gli undici anni dalla nomina ed insediamento in Diocesi con la successione, per limiti di età al compianto Gioacchino Illiano, sa che è sempre abbastanza criptico, preferendo ispirarsi a passi evangelici per guardare alla quotidianità e alle tante vicende sociali dei territori della diocesi,e utilizzando spesso metafore e citazioni come nell’ultimo discorso alla città, effettuato nella cattedarale, in occasione della festa del patrono della diocesi San Prisco. “Giovanni Battista ci svegli dal nostro sonno della coscienza, e quale testimone fedele che congiunge nel Cristo, vera luce nel mondo – cosi ha dichiarato nella sua breve ma intensa omelia – E’ l’uomo della profezia, è l’uomo del deserto, spesso diciamo tante parole, e sembra dirci sono contento che tu sia devoto ma vorrei che tu guardassi alla vera via”. Il Vescovo, si è anche soffermato sulla necessità di un deserto, inteso come un momento di riflessione, come fatto dal Battista, evitando di usare troppe parole, soppesandole e dando vero significato al vivere da cristiano. ( foto fonte video Agro24)
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