Nuovi esami medico legali sono stati fissati per la prossima settimana nell’inchiesta sull’omicidio di Giulia Tramontano, la 29enne incinta di 7 mesi uccisa dal fidanzato 30enne Alessandro Impagnatiello, che l’ha colpita con almeno 37 coltellate e ha fatto ritrovare dopo 4 giorni il corpo, gettato vicino a dei box a Senago (Milano), non distante dall’abitazione della coppia.
Per il 5 luglio il pool di consulenti nominati dall’aggiunto Letizia Mannella e dal pm Alessia Menegazzo, nelle indagini dei carabinieri, ha fissato all’Istituto di medicina legale di Milano gli accertamenti tecnici irripetibili su feto e placenta, con campionamenti istopatologici.
L’autopsia è stata effettuata il 9 giugno e nel frattempo sono iniziate una serie di analisi necroscopiche, i cui esiti definitivi potrebbero essere depositati a metà luglio. Da tutti questi esami dovrebbero emergere risposte sulle coltellate inferte, almeno 37 in totale, sull’esatta dinamica dell’aggressione, con Impagnatiello che pare abbia sorpreso la donna alle spalle tagliandole la carotide, e su quali e quanti fendenti sarebbero stati inferti quando la giovane era già morta. Oltre a risposte sulla morte del feto e su un eventuale avvelenamento, anche perché al barman 30enne sono state sequestrate confezioni di veleno per topi.
Oggi, inoltre, dopo le analisi tecnico-scientifiche già disposte, come quelle sulle impronte su confezioni di detersivi e su plastica e cellophane usati per coprire il corpo e quelle informatiche su pc e tablet sequestrati, al Ris dei carabinieri di Parma sono iniziati pure “gli accertamenti biologici” irripetibili su tracce di sangue e Dna trovati nell’appartamento, nel box e nella cantina. Si deve verificare se davvero si sia trattato di un omicidio premeditato, come ipotizzano i pm, e se qualcuno abbia aiutato il giovane nell’occultare il cadavere, anche se al momento non ci sono sul punto elementi concreti.