
Una volta, alle scuole elementari, qualcuno mi rubò un temperino. La maestra, apprendendo del furto, per un’ora mise a soqquadro la classe nel tentativo di recuperare il prezioso oggetto ma non ci fu nulla da fare.
Nel vedere con quanta passione, tuttavia, ella cercava di portare a termine l’indagine, ebbi compassione di lei per i vani tentativi falliti e provai a dirle: “Maestra, non fa niente! È solo un temperino!”
E fu allora che lei mi rispose una frase che si è ghiacciata nelle mie vene fino ad oggi.
“È una questione di principio!”
Magari uno in terza elementare forse non comprende bene che cos’è il principio ma quella frase si è scolpita dentro me.
Ed ecco che da allora rimane per me fissa e immutabile, anche in certe occasioni in cui sul principio si dovrebbe cautamente sorvolare.
Ma i principi, laddove seguiti, sono anche indizio di coerenza.
Se riusciamo a riconoscere quei pochi basilari, fondanti nelle persone, abbiamo una porta spalancata sul loro animo, il filo conduttore della comprensione che renderà dell’altro tutto meno fosco e tutto più accettabile, per quanto possa essere distante da noi.
Mi sorgeva questa riflessione ripensando ad una mia basilare regola di vita: “non fare agli altri quello che non vorresti fosse fatto a te”.
Ecco perché rispetto ogni libertà altrui, finché la mia è sacra.
Perché non c’è niente di più difficoltoso da rispettare che la propria e l’altrui libertà.
E a volte è una questione di principio.
Vivi e lascia vivere. E le persone ti solleveranno il mondo e, soddisfatte e realizzate, e non piegate al nostro artefatto volere, che produce risultati a breve termine soddisfacenti ma finti, renderanno felice, per essere essi stessi felici, pure te.
Dovremmo essere sempre felici della libertà e della felicità altrui. Libera, altro da noi.
Se gli altri, come penso di me, danno di sé ciò che ritengono di dare nella loro preziosa, inestimabile volontà, il valore di ciò che riceviamo sarà immenso. E sarà genuino. I freni, il possesso, le gelosie, questo rovina i rapporti con le persone. Creare recinti è il modo migliore per perdersi. So che tutto ciò è nella nostra natura, ma è una natura che di naturale ha poco.
Il rispetto, la stima verso gli altri, la capacità di riconoscere chi può ancora insegnare qualcosa a ognuno di noi, umile apprendista della vita, male conciliano con i recinti sociali che spesso nascono dalla nostra educazione.
La mia libertà finisce dove inizia la tua. Pare lo avesse detto Voltaire, ma non è certo.
Quanti muri cadrebbero, se tutti applicassero questo principio!
La libertà. Sorseggiando un caffè al Bocadillo, oggi Gilda mi ha ricordato che la cito spesso, nelle mie riflessioni.
La libertà, il rispetto, la gratitudine non si possono pretendere ma sono questione di principio.
Allora cosa è una questione di principio? È l’origine, il nodo, il bandolo della matassa, ciò da cui tutto nasce e dove tutto muore, per nascere ancora.
A volte dovremmo sorvolare si. Ma mai sacrificando all’altro ciò che siamo.
Noi, proprio noi, siamo questione di principio. Noi, nasciamo liberi. Noi siamo l’origine e la fine, l’alfa e l’omega di noi stessi, noi siamo sempre, e in modo non barattabile, a volte con sacrificio, rinunce e sofferenza, la nostra libertà.Grazie, Gilda 
