Da diversi giorni grazie alle immagini rese disponibili dalla stampa si è ripreso a discutere di Porta Ovest e dello stazionamento di centinaia di container nella zona antistante la cava del Cernicchiara.
L’assessore Brigante ha tenuto a chiarire in commissione urbanistica che al momento non vi è nessun progetto che destini quell’area a retroporto e che il progetto esecutivo che è in fase di definizione restringe il progetto iniziale all’area delle gallerie e dello snodo viario che dovrebbe consentirne l’utilizzazione.
Atteso che l’ubicazione del porto è assolutamente infelice e che non potrà avere pieno sviluppo e comporterà problemi di mobilità insolvibili, si tratta ora di comprendere quali possano essere le soluzioni più efficaci e veloci per dare risposte alle necessità di mobilità ordinaria dei cittadini salernitani. La domanda che ci poniamo è se la cosiddetta Porta Ovest con le opere collegate possa portare un reale beneficio per la mobilità cittadina.
Infatti, al di là delle frasi di circostanza rispetto alla straordinaria grandezza dell’opera dal punto di vista ingegneristico, ci chiediamo se e quali studi scientifici siano stati effettuati per poter sostenere che l’apertura delle gallerie di Porta Ovest e la costruzione della fantasmagorica rotatoria sospesa sul vallone del Cernicchiara possa davvero decongestionare il traffico.
Ci chiediamo se una volta che quest’opera sia realizzata (e non sappiamo quando, visto che non è ancora dato sapere nulla sull’attuale progetto esecutivo) con quale velocità i tir provenienti dalla galleria e quelli provenienti dalle autostrade attraverseranno la mirabolante rotatoria creando colonne chilometriche che andrebbero ad ingorgare gli ingressi e le uscite delle autostrade. La città e i cittadini dovranno subire quel groviglio inguardabile solo perché si è scelto, ancora una volta, di investire decine di milioni di euro su un porto che per la sua collocazione è privo della possibilità di espandersi ulteriormente e che sarebbe stato più facile e più economico delocalizzare.
E, ancora, ci chiediamo: il fatto che l’opera che doveva costare 28 milioni ed ora ne costerà 52 è solo un dettaglio o qualcuno dovrà rispondere almeno degli errori di calcolo nella progettazione iniziale?
Infine, ci chiediamo se in attesa del paradiso e della vita eterna, i cittadini abbiano diritto di vivere dignitosamente. Chiediamo pertanto di regolamentare il passaggio dei tir sul viadotto Gatto, individuando le fasce orarie utili per il passaggio dei tir (possibilmente di notte e in orari morti della giornata) e la sospensione assoluta di questo passaggio nel fine settimana così come avviene sulle autostrade di tutto il territorio nazionale.
Infine, rispetto alla cava del Cernicchiara, acquistata dal gruppo Marinelli nel 1986, che gode di una concessione che consente di estrarre 2 milioni di metri cubi di materiale ci chiediamo: l’estrazione di tali quantità di materiali è compatibile con la sopravvivenza del monte stesso e perché attualmente ne è stata spianata la cresta? Il progetto di riqualificazione a chi è stato affidato? E quando? E perché al posto della riqualificazione dell’area lo spazio è attualmente utilizzato come retroporto per lo stazionamento dei container?
Su queste questioni abbiamo rilevato l’attenzione e la sensibilità dell’assessore Brigante che ha manifestato le sue perplessità sul progetto di viabilità collegata alle gallerie. Vigileremo sugli sviluppi progettuali e sull’esecuzione dei lavori perché siano tutelati gli interessi della maggioranza dei cittadini e non quelli di singoli operatori economici, ricordando che il progetto di Porta Ovest e della viabilità ad esso collegata gode dei finanziamenti PNRR e che l’attuale progetto appare incoerente con gli obiettivi di “conversione ecologica” che tali piani dovrebbero perseguire!