Per “#consensosessuale” si intende la comunicazione chiara e condivisa con un partner del desiderio di partecipare o meno ad una situazione sessualmente coinvolgente, oltre che di attuare determinate pratiche sessuali.
Parlare di sesso e comunicare al/alla proprio/a partner cosa siamo o non siamo disposti a fare è importante perché ci permette di evitare di trovarci in situazioni in cui non ci sentiamo a nostro agio, che non ci sentiamo di vivere o che possono essere dannose per la nostra salute.
A tal proposito, esprimere o meno il proprio consenso sessuale, è fondamentale per proteggere noi stessi e il/la partner in determinate situazioni, nelle quali l’essere accondiscendenti nell’intraprendere comportamenti sessuali scorretti e irresponsabili, come il non utilizzo del preservativo, ci espone ad un elevato rischio di contrarre infezioni sessualmente trasmissibili.
Ecco perché il consenso sessuale, insieme al rispetto reciproco, è fondamentale per vivere una sessualità, felice, serena ma, soprattutto, sana e responsabile.
Per una vera intimità sessuale serve sicurezza, comunicazione e consenso. Sapevi che hai diritti riguardo al sesso?
La #sessualità è un aspetto centrale della vita dell’essere umano e tutti gli individui hanno diritto a viverla in modo appagante, libero da costrizioni o violenza.Proprio per questi motivi, per garantire e ufficializzare il diritto di ciascuno ad una sessualità serena e consapevole, alla protezione e, soprattutto, alla diffusione della giusta educazione a riguardo, è stata pubblicata la Dichiarazione dei #DirittiSessuali, scritta nel 2014 dalla World Association for Sexual Health (WAS). In questo documento internazionale, sono espressi ben 16 Diritti sessuali fondamentali dell’essere umano, tra i quali il diritto alla vita, alla libertà e al diritto all’informazione e Il diritto ad una educazione sessuale approfondita ed esauriente.
Il tema del consenso sessuale è una sorta di ponte che collega la consapevolezza dei nostri diritti sessuali e la loro messa in pratica.
Sesso e consenso: quando un sì è davvero un sì?
Mi dispiaceva dire di no», «Lui non mi ha ascoltato», «Forse non sono stata abbastanza chiara nel comunicare». E ancora: «Non volevo non sembrare all’altezza», «All’inizio ero contenta, poi…», «Ero ubriaca».
Queste le maggiori risposte ad un sondaggio che chiedeva di dire cosa fosse il consenso.
Siamo davvero sicure/i di sapere cosa significa “consenso”? E come si traduce nel concreto? O, ancora, quanto è diffusa la consapevolezza dell’importanza del consenso espresso?
Cosa dicono i dati Istat:
-DESIDERIO E VOLONTÀ: IL 39,9% DELLA POPOLAZIONE RITIENE CHE UNA DONNA È IN GRADO DI SOTTRARSI A UN RAPPORTO SESSUALE SE DAVVERO NON LO VUOLE.
-PER IL 7,2% «DI FRONTE A UNA PROPOSTA SESSUALE LE DONNE SPESSO DICONO NO MA IN REALTÀ INTENDONO SÌ»
ANCHE LA PERCENTUALE DI CHI PENSA CHE LE DONNE POSSANO PROVOCARE LA VIOLENZA SESSUALE CON IL LORO MODO DI VESTIRE È ELEVATA: RAGGIUNGE IL 23,9%
-IL 15,1%PENSA, POI, CHE UNA DONNA CHE SUBISCE VIOLENZA SESSUALE QUANDO È UBRIACA O SOTTO L’EFFETTO DI DROGHE SIA ALMENO IN PARTE CORRESPONSABILE.
-PER IL 10,3% LE ACCUSE DI VIOLENZA SESSUALE SONO FALSE (PIÙ UOMINI, 12,7%, CHE DONNE, 7,9%).
Analizzando i dato è necessario ribadire che la violenza sessuale non prevede soltanto la violenza ma anche la #coercizione.
Per secoli, il diritto penale si è affidato all’elemento della violenza nell’imposizione di un atto sessuale per dire che c’era stata violenza.
Oggi però esiste anche il concetto di coercizione.
Sulla scorta dei significativi mutamenti del costume sociale degli ultimi decenni, risulta ancora difficile porre l’accento su casi di compressione dell’autodeterminazione sessuale che prescindano dall’utilizzo della violenza fisica, ad esempio sulla base di dinamiche asimmetriche di potere, contesti implicitamente coartanti o incomprensioni sul piano dello sviluppo dell’interazione intima.
Ma il consenso giuridico e il consenso sessuale sono la stessa cosa? Basta solamente dire sì?
Come abbiamo visto dai dati il senso comune guarda al consenso come manifestazione autonoma della volontà di chi la esercita, senza chiedersi quanto di quella volontà sia realmente ascrivibile alla sfera dell’autodeterminazione.
Comprendiamo così che il consenso tra piano morale e piano legale rischia di originare un vero e proprio vicolo cieco concettuale, il consenso da solo non può bastare a porre le basi di una sessualità buona, godibile da tutti gli attori coinvolti.
Come ci insegna Michel Foucault con la propria riflessione sul “biopotere”, il sesso è un terreno tutt’altro che neutro, poiché in esso tendono a riprodursi le stesse strutture di dominio e sottomissione dell’ordine sociale. Inquadrare il consenso nel contesto della società patriarcale rende estremamente problematico conciliare il rispetto delle scelte sessuali degli individui con la consapevolezza che molte di esse siano prodotte dal patriarcato e dalle rappresentazioni con cui esso quotidianamente contribuisce alla costruzione e limitazione della nostra identità.
Se è vero che l’eteropatriarcato disciplina le nostre sessualità per questo che intrattenere un rapporto sessuale sano con qualcuno equivale, ad intrattenere una vera e propria conversazione erotica tra pari.
Significa, cioè, porsi in una condizione di apertura, ascolto, attenzione.
Solo si è SÌ, e se non voglio più posso dire No.
Tu cosa ne pensi? Se hai trovato interessante l’argomento e vuoi approfondire contattami.
Dott.ssa Filomena Avagliano- Sessuologa.