Tonino Esposito Ferraioli, Pagani, 30 agosto 1978. La sera in cui venne ucciso Tonino si trovava a casa della fidanzata per discutere di alcuni preparativi del loro matrimonio che si sarebbe celebrato il mese successivo. Verso le 2 di notte Tonino scese dall’abitazione della fidanzata per dirigersi verso la sua Citroen parcheggiata all’angolo di Via Alfonso Zito, a Pagani, quando una A112 blu gli si affiancò e sparò una scarica di colpi che lo lasciarono a terra. Trasportato all’ospedale di Nocera Inferiore, morì per le ferite riportate un’ora dopo.
Mandanti ed esecutori materiali non furono mai individuati, gli unici due indagati furono prosciolti, anche se l’ipotesi più accreditata è che il delitto fosse maturato all’interno del contesto lavorativo (era cuoco della mensa della FATME di Pagani), dove svolgeva l’attività di sindacalista e dove aveva denunciato l’uso di carne dalla provenienza sospetta all’interno della mensa.
Alcuni anni dopo la morte di Tonino fu avviato un processo a carico di Giuseppe De Vivo, pregiudicato paganese, e di Aldo Mancino, imprenditore ed ex amministratore comunale DC di Pagani; il processo era nelle mani del sostituto procuratore Nicola Giacumbi, lo stesso che sarebbe stato ucciso dalle Brigate Rosse. All’inizio degli anni 1990, furono prosciolti tutti e due gli indagati. Nel 2002 il pm antimafia Vito Di Nicola ha chiesto di riaprire l’indagine.
Con sentenza del 24 ottobre 2014 il Tribunale di Nocera Inferiore, Giudice dott. Carlo Mancuso, accogliendo il ricorso presentato dalla famiglia Esposito Ferraioli ha riconosciuto Tonino Esposito Ferraioli vittima della criminalità organizzata La Corte di Appello di Salerno, con sentenza del 12 aprile 2017, ha respinto il gravame proposto dal Ministero dell’interno, confermando Antonio Esposito Ferraioli vittima della criminalità organizzata.