Catania e Palermo sono le città meno green d’Italia. Nella classifica Legambiente Trento guida la graduatoria dei Comuni italiani per performance ambientali, seguita da Mantova e Pordenone. Al settimo posto Cosenza, prima città del Sud, alle sue spalle Cagliari (16) e Oristano (22).
Roma è solo 89esima, fanalino di coda per Caltanissetta (103), Catania e Palermo (entrambe 105). Oscillazione in negativo per Milano al 42esimo posto (la scorsa edizione era scesa al 38esimo posto), per Firenze, che slitta al 53esimo posto, e Genova, al 58esimo posto. È quanto emerge da Ecosistema Urbano 2023, il report di Legambiente realizzato in collaborazione con Ambiente Italia e Il Sole 24 Ore, sulle performance ambientali di 105 Comuni capoluogo.
Il report si basa su 19 indicatori, distribuiti in sei aree tematiche: aria, acque, rifiuti, mobilità, ambiente urbano ed energia. Aumentano la percentuale di raccolta differenziata (dal 4,4% in media del ’94 al 62,7% nel 2022 ma solo in alcuni capoluoghi) e le piste ciclabili (passate da una media di 0,16m equivalenti/100 abitanti nel ’98 a una media di 10,59m equivalenti/100 abitanti nel 2022).
Nessun miglioramento per il tasso medio di motorizzazione dei comuni capoluogo italiani, che si conferma, come trent’anni fa, a livelli tra i più alti d’Europa: 66,6 auto ogni 100 abitanti. Il trasporto pubblico è ancora lontano dalle medie europee, ed è passato da 97 viaggi pro capire all’anno nel ’95 ai 65 viaggi pro capire all’anno nel 2022. È cresciuta la produzione complessiva di rifiuti (passando da una media pro capite di 455 kg/anno del ’94 a 516 kg/anno nel 2022).
“Il modo migliore per rispondere alle trentennali emergenze urbane – commenta Mirko Laurenti, responsabile Ecosistema Urbano di Legambiente – è prendere esempio dalle esperienze virtuose, che già esistono anche in Italia grazie al lavoro fatto da alcuni sindaci coraggiosi e “visionari” e mostrare che i cantieri della transizione ecologica sono già esempi concreti che vanno seguiti e replicati. Pianificando le realtà urbane del futuro con meno auto e mezzi meno inquinanti, più mobilità sostenibile ed economia circolare, più infrastrutture intelligenti e ultra-connesse”.
Dalla classifica emerge la fatica dei grandi centri urbani a rispondere alle emergenze urbane. Per Napoli, in particolare, si evidenzia la scarsa diffusione del solare termico e fotovoltaico. Sale la raccolta differenziata al 37,8% (il 35 per cento era l’obiettivo normativo da raggiungere nel 2006) ma la città occupa la centesima posizione. Il suo 98esimo posto Napoli lo ha ottenuto con un punteggio complessivo del 39,12%. La città più green della Campania è, come detto, Benevento, 59esima in classifica, davanti ad Avellino che occupa il 60esimo posto. Salerno è 77esima mentre Caserta occupa l’88esima piazza, davanti a Roma. Nella graduatoria delle migliori performance emerge Caserta, al quarto posto per incidentalità stradale, davanti a Napoli. Per quanto riguarda le peggiori prestazioni c’è Avellino, ultima per consumi idrici domestici e dispersione di rete idrica.
Nella graduatoria relativa al biossido di azoto nell’aria Napoli figura tra le città con situazioni critiche in cui almeno una centralina ha rilevato concentrazioni medie annue superiori a 8. I dati migliori riguardano il numero di vittime della strada (quinto posto complessivo con un calo del 10 per cento), il numero dei passeggeri del trasporto pubblico (decimo posto), l’uso efficiente del suolo (12esima città), l’offerta di trasporto pubblico (tredicesima piazza). In vetta alla classifica delle città green c’è Trento, lo scorso anno seconda, seguita da Mantova (l’anno scorso era decima) e Pordenone; al quarto posto c’è Treviso e, a seguire, Reggio Emilia. Agli ultimissimi posti ci sono invece Catania e Palermo.