L’era di Paolo Giulierini, quella degli otto anni di gestione (4 +4) del Museo Archeologico Nazionale di Napoli, si chiude martedì 14 novembre. Dopo quella data il museo passa ad interim al direttore generale dei Musei Massimo Osanna in attesa di un bando di concorso. Il passaggio a ‘prima fascia’ permetterà a Giulierini stesso di ricandidarsi e tutti si aspettano un suo ritorno. Fosse solo per continuare la trasformazione in atto che ha portato alla riapertura dell’ auditorium, i giardini, l’attesa statuaria Campana, mostre che spaziano dal mondo cinese fino all’ultima su Alessandro Magno. Insomma i dati parlano chiaro. Quattro milioni di visitatori circa , 200 mostre in casa, 10 milioni di visitatori con 300 mostre in trasferta, 50 milioni di fondi europei spesi, 10 sezioni riaperte, un’ala nuova con ristorante, auditorium, laboratorio di restauro e didattica, 3 giardini, centinaia di libri e cataloghi stampati, insieme a laboratori didattici e progetti innovativi. Questi sono i numeri.
Ma Paolo Giulierini nella prefazione del Rapporto Annuale 2022 2023 scrive:
“Il risultato più bello è stato la promozione del Museo a prima fascia, potremmo dire. E invece no, il risultato più bello è rappresentato dalle strette di mano e dai complimenti ricevuti per strada, andando a comperare il giornale, da chi non ha interessi apparenti a farteli“.
E non stupisce che ritenga le buone relazioni umane come risultato più importante. Perché fin dal suo arrivo otto anni fa è stata da sempre questa la cifra, lo stile, il modus operandi di Giulierini: creare relazioni con tutti, aprire le porte e realizzare un museo della città, ridare entusiasmo ai visitatori e soprattutto valorizzare chi lavora nel Mann, con la possibilità di contribuire con le sue specifiche competenze. Giulierini ha rotto decisamente gli schemi di un’archeologia distante, per pochi, che non è attenta all’attuale. In ogni caso al di là di tutte le parole senza dubbio è riuscito a creare gruppi, a crearsi addirittura fan, a creare benessere alla città. Un dato, tra commozione e orgoglio, che si legge benissimo dalla conferenza, mandata anche in diretta fb della presentazione del Rapporto Annuale e del Bilancio di Mandato. Che si può riascoltare qui
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Così la giornata di presentazione del bilancio di otto anni di lavoro, è diventata una festa di auspicio. una festa di orgoglio, una festa di umano rilancio. Tra sorprese e momenti culturali. Non ultima la presenza di una lastra, che, scoperta a sorpresa sul palco, viene prestata al MANN e che racconta una storia singolare, in anticipo rispetto la sezione che riaprirà nel 2024: la sezione Neapolis. Infatti Mario Cesarano (archeologo Sabap per l’area metropolitana di Napoli) racconta di averla trovata a Casamarciano, nella chiesa di Santa Maria del Plesco, in particolare all’interno dei un altare, murata con l’iscrizione all’interno. L’ipotesi è che fosse arrivata da San Paolo Maggiore di Napoli, dalle rovine del tempio dei dioscuri , come oggetto riutilizzato (per i lavori che Vanvitelli stava realizzando a Casamarciano) e che fosse invece parte di un iscrizione di cui una porzione si trova nel MANN.
All’evento di presentazione del bilancio di mandato hanno partecipato, con il direttore Giulierini, Ludovico Solima (Università della Campania Luigi Vanvitelli/ curatore del Rapporto Annuale e del piano strategico/ dialoga con Giulierini nel libro su bilancio mandato), Elisa Napolitano e Serena Venditto (rispettivamente redattrice Rapporto Annuale e curatrice del volume su bilancio di mandato), Mario Cesarano (archeologo Sabap per l’area metropolitana di Napoli), Antonia Solpietro (Responsabile beni culturali diocesi di Nola), Clemente Primiano (sindaco Casamarciano).